Articoli taggati con ‘sviluppo locale’
Bone’s Territories: Territorial Heritage and Local Autonomy in Italian Inner Areas
“Areas in the bone” is not just a quote: it is the metaphor of the load bearing structure of Italy as well as the plastic representation of the marginalization process of the inner areas of the country that started from XX. In 1958, Manlio Rossi-Doria, coined the expression “flesh and bone” in order to underline the profound socio-economical feet apart among the numerous inner areas and the few valleys. His analysis coming from his specialization in agricultural economics was focused on the southern agricultural sector, in a historical phase in which were visible the firsts effects of the Riforma Agraria (Agrarian Reform) and of the investments of the Cassa del Mezzogiorno (Fund for the South) started since 1950. The interpretative framework developed by Rossi Doria can be extended to the entire peninsula, where the differences between urban and rural areas, inner territories or the coasts, mountains and valley grew more and more. Inner areas have experienced a deviation whose principal effects are the depopulation, the emigration, the social and economic rarefaction, the abandon of the soil and the landscape modification.
Management per la sostenibilità dello sviluppo turistico e la competitività delle destinazioni
Attraverso una raccolta dettagliata di casi studio e analisi teoriche si indagano le connessioni tra la sostenibilità, il management e la competitività di una destinazione turistica per restituire alla ricerca e, soprattutto, agli attori coinvolti nella gestione dello sviluppo turistico un contributo teorico passibile di concreti risvolti gestionali.
La cultura merita i fondi pubblici?
Il rapporto tra attività culturali e fondi pubblici è oggetto di un interminabile tormentone. Come sempre, le schiere si assestano su fronti opposti e per atterrire gli avversari adottano argomenti da giorno del giudizio. L’aggettivo più usato è ‘giusto’, che dovrebbe trovare poca cittadinanza in un sistema permeato da libertà espressiva, intuizione progettuale, ricchezza relazionale. Ma, ahimé, fin quando lo spettro di Benedetto Croce continua ad aleggiare sulle cose culturali italiane (e magari anche europee) finiamo per volgere una questione tecnica in un dilemma etico. Esplorando la variegata casistica dei progetti culturali realizzati con una combinazione variabile di entrate proprie ed entrate derivate, per lo più di fonte pubblica, si cominciano a vedere le coordinate di percorsi non necessariamente lineari, e spesso fragili nell’impianto logico. La sovrabbondanza di fondi pubblici a tutti i livelli di governo (partendo da quello dell’Unione Europea e finendo su quello municipale) è stata negli anni controbilanciata dall’ossessione tutta bizantina di emettere bandi erga omnes, in modo da schivare l’accusa di intelligenza con il nemico. L’effetto è stato quello di sovrapporre e contrapporre la mappa delle formalità alla mappa delle azioni concrete, lasciando convivere serenamente protocolli asettici e negoziati opachi, sportelli carichi di timbri con lo stellone e corridoi intasati di relazioni ammiccanti e accordi compiacenti.
Immobili pubblici, beni culturali e sviluppo
Nel corso degli ultimi quindici anni sono state molteplici le iniziative dei governi italiani per valorizzare beni e aree statali sottoutilizzati e quindi generare attivi per il bilancio pubblico.
Addio al Sud. Un comizio furioso del disamore
“Addio al Sud. Un comizio furioso del disamore” di Angelo Mellone è un libro che va letto con cauto rispetto. Sarebbe un errore intenderlo l’ennesimo manifesto pro – o anti – meridionale. Basta con i luoghi comuni: il Sud di Mellone è un percorso di formazione, l’estratto poetico e denso di un bildungsroman lungo quanto una vita.
Luoghi e forme del turismo rurale. Evidenze empiriche in Irpinia
Sovente confuso con l’ecoturismo, il turismo verde e il turismo enogastronomico, il turismo rurale stenta a conquistare una propria autonomia. Il volume scritto da Angela Cresta e Ilaria Greco esplora il fenomeno del turismo rurale, indagandone gli aspetti generali. Attraverso la descrizione di alcune esperienze concrete realizzate nel territorio dell’Irpinia, le autrici mettono in evidenza il ruolo chiave giocato dal turismo rurale per lo sviluppo locale, soprattutto in contesti fragili.
Archeologia industriale, creativita’ e gestione integrata. Il caso biellese
Architettura, urbanistica, design, arte, cultura, creatività, sviluppo economico sono solo alcuni degli elementi che affiorano alla mente, allorquando pensiamo al complesso puzzle degli interventi di riqualificazione urbana di un contesto metropolitano. Da diverso tempo, infatti, l’economia è stata accostata al patrimonio della conoscenza, in quanto si è ritenuto che le metodologie economiche fossero funzionali allo sviluppo della cultura per efficacia ed efficienza, con lo scopo di attribuire nuovo valore e sviluppo ad un territorio. In questo contesto entra in gioco il ruolo dell’archeologia industriale, ovvero di quello studio complesso ed ampio che riguarda edifici e macchine che oggigiorno hanno perso la loro funzione d’uso, ma che sono ancora presenti sul territorio e nei quali, talvolta, vengono riconosciuti valori sociali e culturali molto forti. Obiettivo del presente lavoro è quindi quello di indagare le interazioni tra settori disciplinari differenti tra loro: economia, archeologia e marketing territoriale, al fine di raffrontare le prospettive di indagine e di strutturare un paradigma concettuale nel quale archeologia industriale, creatività e territorio siano identificati come vere e proprie risorse in grado di garantire uno sviluppo locale sostenibile. Il contesto territoriale che si intende prendere in esame è quello inerente alla provincia di Biella.
Altri scenari. Verso il distretto dell’economia sociale
Il volume collettaneo, curato da Alberto Merler, offre al lettore un’alternativa agli scenari economici e sociali propri del paradigma capitalista. Partendo dalla presentazione del progetto “Altri scenari”, gli autori dei diversi contributi evidenziano le caratteristiche salienti di un “Distretto dell’Economia Sociale” e spiegano perché sia necessario progettare un nuovo modello di sviluppo capace di mettere al centro le persone e il loro capitale relazionale.
Se ha funzionato nel Bronx…
Quello che serve complessivamente al nostro Paese è senz’altro l’individuazione delle priorità delle politiche culturali su scala nazionale e la loro indispensabile modulazione particolare su scala regionale e locale, mantenendo, però il minimo comun denominatore della “rinascita” identitaria, sociale e, quindi, anche economica, come nel Bronx. Il benessere in cui siamo (fortunatamente) avviluppati e dall’altra parte il degrado del livello medio del dibattito politico a cui siamo costretti ad assistere da troppi anni hanno provocato un mix micidiale di indifferenza, individualismo e scetticismo sul fatto che qualcosa possa cambiare, ma qualche piccolo segnale di speranza di rinnovamento c’è e le testimonianze proposte nei contributi di Paolo Bertani e Marco Serino aiutano ad alimentarla.
Rigenerazione urbana e sostenibilità
“Come saranno le nostre città tra 50 anni? E tra un secolo? L’urbanistica sarà riuscita a renderle compatibili con il nuovo panorama di risorse scarse? Quali misure di adattamento e mitigazione alle nuove condizioni ambientali entreranno a far parte della pianificazione e gestione delle aree urbane?” Queste sono le domande con cui esordisce Francesco Musco nel testo Rigenerazione urbana e sostenibilità.
Cultura in (s)vendita. L’associazionismo culturale palermitano tra innovazione e frammentazione
Le associazioni culturali rappresentano un potente catalizzatore di cultura e capitale sociale. Partendo dalla relazione che lega lo sviluppo di un territorio alle attività culturali, il volume a cura di Giovanni Notari, direttore dell’Istituto di Formazione Politica “Pedro Arrupe” di Palermo, restituisce una fotografia delle associazioni culturali presenti nel capoluogo siciliano. Mettendo in evidenza luci ed ombre di un fenomeno complesso, gli autori della ricerca ravvisano nell’associazionismo culturale palermitano uno dei numerosi esempi di una cultura in svendita.
Crafts, a hidden heart of creative industries
Among the various cultural industries, crafts deserve particular interest as in many developing countries they represent a business activity which has often been more accessible than others, as it is less demanding in terms of technological innovations, and therefore of financial capital, and closer to local resources and traditional knowledge.
Dalla ricostruzione friulana alle vicende abruzzesi: altro che zona franca urbana, per l’Aquila ci vogliono C.A.S.E
Questo articolo vuole introdurre rispetto alle vicende abruzzesi post terremoto due elementi: uno legato alla rilettura di alcuni lavori di Giovanni Pietro Nimis sulla ricostruzione in Friuli e in particolare sugli esiti che l’adozione del principio “dov’era com’era” e la scelta di riconoscere un’ampia delega ai Comuni hanno determinato sul piano dell’organizzazione fisica e dello sviluppo socio-economico dell’area colpita; il secondo, più direttamente legato alla scelta della realizzazione dei cosiddetti Complessi Antisismici Sostenibili e Ecocompatibili (C.A.S.E.), con il quale si richiamano alcuni degli sviluppi più recenti della riflessione sulle aree deboli e marginali che individuano nella qualità dell’offerta residenziale e dei servizi alla persona un asset strategico per il benessere e lo sviluppo di questi territori.
Il distretto del cinema e dell’audiovisivo di Montreal
La politica condotta dalla città di Montreal a partire dagli anni ’90 si colloca alla perfezione in una strategia di sviluppo locale network-based. L’attuale sindaco, Gerald Tremblay, iniziò già nel 1991, quando ricopriva la carica di Ministro dell’Industria, del Commercio, della Scienza e della Tecnologia del Québec, ad introdurre l’approccio dei distretti industriali, descritti da lui stesso come un modello « in grado di accelerare il formarsi delle condizioni ideali allo sviluppo di nuove idee e procedure che potranno più facilmente passare dalla fase embrionale a quella della commercializzazione, al servizio di tutta la società».
Le dimensioni della creazione di valore attraverso la cultura: distretti e responsabilità sociale di impresa
Due facce della stessa medaglia, due esempi di corto-circuito positivo tra mondo economico, cultura e dimensione territoriale. Da una parte il fenomeno del distretto culturale avviato in Canada, dall’altra il coinvolgimento delle imprese profit nel settore culturale. In entrambi i casi, interventi pratici che danno conto di come evolve la teoria quando diventa realtà.
(Ri)disegnare e (Ri)progettare città e territori: tra le urgenze di una catastrofe e il diletto di una Scuola estiva internazionale
Una catastrofe distruttiva e luttuosa e un incontro seminariale tra esperti di tutto il mondo che si confrontano sull’efficacia del design come strumento di crescita della comunità del territorio, due eventi assai distanti tra loro, eppure possibili occasioni di migliorare il nostro modo di stare al mondo e di progredire nella costruzione di civiltà. La prima, certo, mai auspicabile, ma di fatto accaduta, la seconda costruita con paziente lavoro tra ricercatori ansiosi di verificare ipotesi e approcci professionali, che allargano la propria sfera d’azione al disegno dei territori.
Formare comunità, in-formare territori. Designing connected places: fare scuola di design per il territorio
“La terra, vista come territorio riservato alla vita è uno spazio chiuso, limitato dalle frontiere dei sistemi di vita (la biosfera). Quindi è un giardino”(Gilles Clément, 2004)
La sfida della rinascita post-terremoto dei centri storici abruzzesi
E’ accaduto quel che doveva. La protesta montante dei cittadini aquilani, e degli abitanti degli altri centri danneggiati dal sisma di aprile, restituisce, come ci si attendeva, il clima di una situazione radicalmente diversa da quella dei numerosi traumi nostrani precedenti, sia in termini di consapevolezza che di aspettative della comunità colpita.
L’internazionalizzazione della cultura
Cultural Internationalization
In current processes of internationalization, the territory is increasingly taking a role of central identity because it represents a fabric of tangible and intangible elements, it guarantees an added value to the location of productive activities, it contributes to the selection of the business activities.
The article proposes an in-depth analysis of the dichotomic relationship between the globalization process and the role of territorial economies, with a specific focus on the “Made in Italy” tradition and the impact that globalization could have on its products.
Nell’ambito degli attuali processi di internazionalizzazione il territorio assume sempre più un ruolo di entità centrale in quanto rappresenta un tessuto ricco di elementi materiali ed immateriali, garantisce un valore aggiunto alla localizzazione delle attività produttive, contribuisce alla selezione delle attività imprenditoriali…