In un momento storico, in cui l’amministrazione centrale ha ridotto le risorse da destinare al sistema del welfare e le amministrazioni locali si trovano ad affrontare problematiche di crescente complessità, prima tra tutte il rischio di dispersione degli interventi, la progettazione nel sociale appare essere messa in seria crisi.
L’attività di progettazione e valutazione, consolidatasi quale metodologia di intervento nel sociale a partire dagli anni settanta su tutto il territorio nazionale, ha comportato l’assunzione di una visione strategica e l’accrescimento nel tempo di capacità e competenze di dirigenti, responsabili e operatori del sociale che appaiono oggi più che mai fondamentali per far fronte alla carenza di risorse disponibili.
Ecco, dunque, l’invito spassionato a non abbandonare la tensione progettuale sin qui mostrata che De Ambrogio, Dessi e Ghetti, autori del testo “Progettare e valutare nel sociale. Metodi ed esperienze”, rivolgono agli operatori del settore. Un invito che oltre ad essere un’esortazione, vuole essere una proposta concreta di ripensamento degli approcci teorici e metodologici alla progettazione e alla valutazione nel sociale alla luce degli sviluppi intercorsi negli ultimi anni.
In effetti, come sapientemente rilevato dagli autori, il contesto progettuale appare oggi profondamente modificato. Guardando agli attori della progettazione, ovvero a “chi progetta”, è possibile osservare anzitutto che tale attività, un tempo esclusivo appannaggio di grandi soggetti quali sono le pubbliche amministrazioni centrali, è divenuta sempre più una pratica diffusa anche a livello locale. Tale tendenza si è poi accompagnata all’affacciarsi nel mercato, e di conseguenza nella progettazione, di operatori del privato for profit e a un mutare delle modalità di progettare l’intervento sociale: all’agire individuale si preferisce oggi una logica partenariale e cresce la coincidenza tra chi progetta e chi attua l’intervento sociale.
L’avvicinarsi al territorio ha favorito poi un maggiore coinvolgimento, in prospettiva dialogica, dei soggetti destinati a beneficiare degli interventi sociali che sono sempre più spesso chiamati a fornire contributi propri alle attività di progettazione.
Altrettanto significativi i cambiamenti intervenuti sul fronte dei soggetti finanziatori. Unitamente al moltiplicarsi dei soggetti che sostengono l’intervento sociale, si è assistito a un cambiamento del coinvolgimento di tali soggetti: essi non possono più considerarsi dei finanziatori-benefattori, ma spesso si qualificano come promotori diretti di politiche specifiche, andando ad assumere una funzione di policy maker.
Questi cambiamenti hanno indotto gli autori del testo a proporre un approccio teorico e metodologico alla progettazione teso a privilegiare gli aspetti partecipativi dei soggetti coinvolti, tenendo conto delle emozioni di questi ultimi quale fattore in grado di influenzare la buona riuscita o meno del progetto intrapreso.
Strettamente connessa alla progettazione, è l’attività di valutazione che viene affrontata in modo speculare nella parte seconda del testo: teoria e metodo sono esposti in modo chiaro e completo, preferendosi ancora una volta un’ottica partecipativa. Snodandosi lungo tutte le fasi della progettazione, il processo di valutazione viene configurato come un’azione di costruzione del giudizio che vede coinvolti in una prospettiva relazionale il valutatore, il progettista, il decisore, il finanziatore – qualora diverso – e i beneficiari del progetto. Gli aspetti attinenti la comunicazione e la relazione assumono un ruolo determinante nel garantire l’efficacia della valutazione e del processo di apprendimento sotteso a tale attività. Un testo breve, efficace e con ottimi spunti per gli operatori del settore che vogliano intraprendere o potenziare attività di progettazione nel sociale.
Progettare e valutare nel sociale
Metodi ed esperienze
Ugo De Ambrogio, Carla Dessi, Valentina Ghetti.
Carocci Editore, 2013
Euro 19,00