Articoli taggati con ‘governance’
Taranto: a Social Innovation Lab
Since many years European policies have acknowledged culture as a key factor for the development of cities and regions and as a pillar of innovation and social cohesion (ECIA 2014; EU 2013). Nonetheless, it is not yet clear how to measure the impacts of cultural initiatives, especially with respect to intangible aspects such as sense of belonging, social capital, empowerment, and quality of life in peripheral neighbourhoods and post-industrial cities. The evaluation of the impacts of cultural policies usually refers to economic indicators, such as the increase of employment and the wealth produced by the so called ‘Cultural and Creative Industries’ (CCI) (Symbola 2015; Ernst&Young 2014; KEA 2012), or the contribution of big events, such as the European Capital of Culture (ECoC) to urban regeneration (Garcia e Cox 2013; Palmer et al. 2012, Garcia et al. 2010; Johnson 2009). There are several examples of industrial cities that experienced an economic renaissance and a redefinition of their identity and image thanks to specific cultural policies. Liverpool, Turin, Bilbao, Marseille, Genk are well known cities where culture played a strategic role becoming a real economic sector and a pillar of the new development model. If the results in terms of wealth, attractiveness and tourism are more evident and measurable, it is far more difficult to understand the role of culture as an agent of local development processes. This implies the observation of phenomena when they are still emerging and thus cannot be labelled within traditional classification frameworks or measured by means of statistics. Accordingly, the number of new cultural and creative enterprises or the increase of tourists are not useful indicators to measure the innovative potential and social impact of such initiatives. Instead, it is crucial to map the spontaneous clustering dynamics bringing local actors to aggregate, to develop projects and to cooperate with institutions and public administrations (Comunian 2011). This means to investigate what happens in the backstage to identify the preconditions enabling or impeding the emerging and strengthening of a creative milieu.
Where is Berlin? Too many (virtual) walls shape the town and its communities
Whenever approaching a city for the first time there are different ways, patterns, walls, and stories to unearth its hidden string. I moved to Berlin in Ma, 2014 and suddenly, even before my arrival, I was already playing the most popular sport of the city: speaking about Berlin. This sport has been played with abandon by both recent newcomers to the city and long time Berliners. Such a crowded curiosity makes almost impossible to craft a suitable answer to the main question: where is Berlin? If we want to interpret and understand the city as the backbone for fertile arts field we need to start from the development and diversification of its cultural spaces.
Il governo della cultura. Promuovere sviluppo e qualità sociale
Una guida illuminata da una carriera accademica e professionale dedicata ai temi dell’economia della cultura e della creatività è l’ultimo lascito di Walter Santagata, recentemente scomparso, alla classe dirigente italiana.
La valorizzazione del Patrimonio culturale: verso la definizione di un modello di governance
La valorizzazione del patrimonio culturale è un tema multidisciplinare, per la cui lettura ed analisi è necessario un approccio capace di conciliare competenze economiche, manageriali ed umanistiche. Il volume “La valorizzazione del Patrimonio culturale: verso la definizione di un modello di governance” curato da Claudia Maria Golinelli, intende evidenziare la fruttuosa interazione e la continua valorizzazione reciproca tra tre ambiti apparentemente lontani e privi di legami: cultura, impresa e territorio.
Quell’azzurro che tutti aspettiamo: le Fondazioni culturali del “quasi non profit”
Nel terzo settore italiano si registra un particolare miscuglio di pubblico e privato, che caratterizza molti Enti che intervengono in ambiti tipici del non profit, testimonianza, questa, della storia di un settore che si presenta strettamente correlato al processo di riforma dello Stato sociale e di trasformazione della Pubblica Amministrazione. In molti, negli ultimi tempi, hanno evidenziato come il generale slittamento istituzionale delle attività di policy verso Regioni ed Enti locali – sommato alle varie forme di coinvolgimento della comunità e, quindi, alla nuova organizzazione degli attori – rappresenti una risposta adattiva della Pubblica Amministrazione (centrale e locale), di fronte alla restrizione delle risorse economiche disponibili e all’esigenza di meglio articolare la produzione e l’offerta di beni pubblici.
Possiamo ancora permetterci di non ascoltare?
Abbiamo scelto di chiudere l’anno pubblicando due articoli che delineano, dal nostro punto di vista, un passaggio cardine per la comprensione delle modalità attraverso cui gli attuali strumenti operativi possono essere messi a disposizione del Terzo Settore, del non profit e del sociale. Ci teniamo a distinguere tali ambiti con grande attenzione, perché molti, anche tra gli operatori del comparto, tendono ad accomunarli e renderli sinonimi, quando in realtà non lo sono. Il percorso di lettura che vorremmo tracciare è quello dello sviluppo del Terzo Settore come mezzo per promuovere nella comunità locale, la “cultura del dare, come valore sociale esteso”. Lettura che noi riteniamo fondamentale e non più procrastinabile a causa dell’accentuarsi delle dinamiche di differenziazione della società, dinamiche che rendono necessario ripensare lo sviluppo dello Stato Sociale promuovendo la partecipazione e l’assunzione di responsabilità di una parte consistente della comunità.
Siti archeologici e management pubblico in Sicilia. L’esperienza del Parco della Valle dei Templi
La legge regionale sui parchi archeologici in Sicilia (L.r. 20/2000), ha introdotto un modello innovativo di gestione, il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento. Se da un lato l’autore sottolinea la valida intuizione di creare un “sistema dei parchi archeologici”, dall’altro il processo di managerializzazione risulta incompleto, manifestando i limiti del modello in termini di accountability e responsabilizzazione gestionale.
Lo sviluppo territoriale nell’economia della conoscenza: teorie, attori, strategie
Il legame tra produzione di conoscenza e sviluppo territoriale, sebbene poco immediato ed intuitivo, costituisce un tema di indagine assolutamente imprescindibile allorché si intenda parlare di “cultura di un territorio” e del suo sviluppo.
La forza delle comunità locali e del capitale umano
Credo si possa affermare con una certa tranquillità che il nostro futuro dipende dalla capacità che il Paese avrà di imprimere una svolta all’accrescimento della qualità del suo capitale umano. La situazione attuale della formazione, a tutti i livelli scolastici e universitari, è piuttosto critica per la carenze di risorse economiche e umane; oltretutto è critica a fianco della carenza quantitativa anche quella qualitativa. I sistemi di valutazione in Italia stentano ad affermarsi.
Ricchi di territorio: puntare sulla coscienza civica
Rich of territory: working towards to a civic consciousness
By now, the territory has become a “dense” word, full of meanings, projects, expectations, not only for the town planners, which still frequent it, but also for economists and for cultural professionals. The territory is a mass of physical places, of communities that inhabit it and go through it, of forces and powerful potentialities, of tangible and intangible assets and economic and human resources. The editorial underlines the relevance of educational resources in the safeguarding the territory and how cultural skills could help in setting-up a civic consciousness.