Articoli taggati con ‘urbanistica’
Where is Berlin? Too many (virtual) walls shape the town and its communities
Whenever approaching a city for the first time there are different ways, patterns, walls, and stories to unearth its hidden string. I moved to Berlin in Ma, 2014 and suddenly, even before my arrival, I was already playing the most popular sport of the city: speaking about Berlin. This sport has been played with abandon by both recent newcomers to the city and long time Berliners. Such a crowded curiosity makes almost impossible to craft a suitable answer to the main question: where is Berlin? If we want to interpret and understand the city as the backbone for fertile arts field we need to start from the development and diversification of its cultural spaces.
Starchitecture. Scene, attori e spettacoli nelle città contemporanee
Con la costruzione del Guggenheim Museum la città di Bilbao è divenuta il simbolo incontrastato della star architecture. Analizzando in maniera critica il fenomeno della spettacolarizzazione in campo architettonico, il volume offre una inedita interpretazione dei processi che hanno portato a risultati architettonici simili in contesti anche molto diversi tra loro.
In cammino nel paesaggio: questioni di geografia e urbanistica
Nel volume dal titolo In cammino nel paesaggio: questioni di geografia e urbanistica, Arturo Lanzani tratta i temi del paesaggio e del suo rapporto con l’urbanistica contemporanea. Ne delinea i tratti distintivi e propone una chiave interpretativa funzionale a uno sviluppo fuori dalle logiche di urbanizzazione diffusa e indiscriminata, concependo il paesaggio come spazio aperto dove la lentezza non è sinonimo di arretratezza e sottosviluppo ma di un diverso modus vivendi.
La convivialità nelle strade. Un percorso tra feste ed eventi auto-organizzati a Napoli, dal Petraio a Scampia
Il presente contributo affronta lo studio di alcune pratiche urbane che, nel loro essere espressione dei diritti della cittadinanza e nel loro essere utilizzate come strumenti di auto-amministrazione e di auto-promozione, si dimostrano capaci di mettere in relazione differenti attori e di ampliare lo spazio delle possibilità e l’autonomia degli spazi urbani. Tali pratiche sono nate nel corso del Festival di strada di Lefevbre, dove lo spazio fisico è al contempo spazio sociale, in grado di registrare ogni micro cambiamento nella vita di tutti i giorni e nei rapporti esistenti tra le differenti classi sociali, che reclamano più spazi di condivisione e che possono evolvere in utopie sperimentali, creando nuovi significati e strumenti di partecipazione innovativi ed affascinanti.
L’esperienza dei Laboratori di Urbanistica Partecipata a Potenza: una iniziativa promossa da docenti dell’Università per una più efficace attuazione degli strumenti urbanistici
Negli ultimi decenni, la rilevanza del tema della partecipazione dei cittadini nei processi di trasformazione della città ha condotto a nuovi approcci al governo del territorio, mirati a coinvolgere la comunità seguendo un modello di sistema aperto, flessibile e reversibile (approccio bottom up), e a nuove forme sperimentali di urbanistica partecipata. Queste stesse forme di urbanistica partecipata, con lo scopo di ridare efficacia e credibilità ai processi di pianificazione del territorio e della città, e di conseguire risultati utili ad incrementare la qualità della vita, si sono concretizzate nella sperimentazione di laboratori di urbanistica partecipata nella città di Potenza.
Senza riforma della pubblica amministrazione anche la partecipazione naufraga
Cresce la percezione dei limiti nell’uso delle risorse esauribili e la voglia di capire dove e come si prendono le decisioni che riguardano il nostro futuro. Un bisogno che spesso s’infrange nella giungla della pubblica amministrazione italiana. Non sempre, infatti, è agevole capire dove e come si decidono le trasformazioni delle città, del territorio e dell’ambiente in cui viviamo.
Territori dell’urbano. Storie e linguaggi dello spazio comune.
Lo spazio comune cui fa riferimento il titolo è lo spazio che le città ospitano ed all’interno del quale si verificano pratiche sociali, un luogo di incontro e confronto tra il singolo, l’individuo, e la dimensione più propriamente collettiva. E’ questa la prioritaria dimensione di indagine che il testo affronta, attraverso una analisi attenta di tre aree tematiche principali, ovvero i processi, i modelli e le politiche relative allo spazio urbano, che costituiscono le questioni di interesse che animano la discussione attraverso i saggi dei vari autori.
Conversione funzionale e ri-funzionalizzazione come strategia di rigenerazione urbana. Il progetto “La Città delle culture” di David Chipperfield per l’isolato ex Ansaldo
La letteratura scientifica relativa al concetto di rigenerazione urbana ha individuato alcuni importanti strumenti di intervento che riguardano comparti urbani, edifici dismessi e interni abitati. La conversione funzionale e la ri-funzionalizzazione, i landmark urbani, gli insediamenti aggregativi legati alla cultura e all’innovazione sono tutti approcci rintracciabili nell’intervento sull’area ex-Ansaldo a Milano. L’analisi riguarda l’applicazione contestuale di questi eterogenei modelli di sviluppo ad una realtà urbana in dinamica trasformazione.
A proposito della protezione dell’ambiente: esperienze e spunti per una possibile transizione
La lettura di una ricerca condotta da Carlo Desideri e Emma Imparato, pubblicato da Giuffrè con il titolo Beni ambientali e proprietà, propone un modello per la gestione delle aree protette distinto da quello attualmente in vigore nel nostro paese. Il lavoro ha il grande merito di tratteggiare le linee essenziali di questo approccio alternativo portando a sostegno della sua bontà la descrizione della sua sperimentazione in corso da lungo tempo in Francia e Regno Unito. A distanza di alcuni anni – il libro è stato pubblicato nel 2005 – e nonostante le difficoltà in cui versano i nostri enti parco e il sistema di protezione nel suo complesso che riportano spesso in agenda il tema di una sua revisione, i frutti di questa ricerca non sembrano essere adeguatamente filtrati nel dibattito generale.
L’esperienza modenese del progetto partecipativo ex Fonderie Riunite. Intervista a Marianella Pirzio Biroli Sclavi
È stato di recente bandito il Concorso internazionale di idee per il riuso dell’edificio delle ex Fonderie Riunite di Modena secondo le indicazioni emerse da un processo partecipativo avviato dall’Amministrazione comunale che ha visto impegnate istituzioni e associazioni cittadine. Si è trattato di un’esperienza quasi unica nel suo genere per la dimensione del progetto e la qualità del risultato, alla quale hanno contribuito il coraggio di alcuni amministratori locali, l’entusiasmo e l’impegno di un compatto gruppo di cittadini portatori di idee progettuali diverse che hanno saputo trovare un punto di contatto tematico e una convergenza ideale, e la capacità professionale di Marianella Pirzio Biroli Sclavi che ha governato il processo. Officina Emilia, uno degli attori del progetto partecipativo, ha assunto l’iniziativa di raccontare questa storia raccogliendo un’intervista della prof. Sclavi.
Dal recupero edilizio a proposte innovative per il riuso dei centri storici della Valle dell’Agri in Basilicata
Con riferimento al tema dello sviluppo locale ed in particolare al recupero e riuso dei centri storici minori, in Basilicata si sta sviluppando una interessante esperienza nell’area della Valle dell’Agri. Il territorio ricco di risorse ambientali e paesaggistiche e culturali è da anni interessato da rilevanti attività di estrazioni petrolifere.
Ricettività diffusa e nuove tendenze del fenomeno turistico in Italia
I flussi turistici che caratterizzano la domanda turistica di questi ultimi anni, seguono la tendenza che trova espressione in poche ed esaurienti parole: “fuori dai soliti posti”. Oggi le parole chiave per un nuovo approccio turistico, in grado di interpretare nuovi bisogni e nuove esigenze del consumatore di località turistiche sono “inedito e autentico”. Questi trend trovano il loro naturale sfogo nell’ospitalità diffusa, in forme di ospitalità che della salvaguardia dei luoghi, dell’ambiente e degli stili di vita hanno fatto la loro ragion d’essere.
Ascesa e declino del paesaggio toscano
Rise and Decline of Tuscany Landscape
Abstract
Is there really a Tuscan landscape? Maybe, it is better to say the Tuscan landscapes, since the variety of situations makes difficult the reduction to a unified framework, although the landscape of the region is commonly identified with the settlement spread and the mixed-culture of an urbanized countryside, built on the basis of a close and special relationship between the town and country, actualized through the sharecropping. This long local agricultural organization has produced the scattered settlement of farmsteads, a widespread network of rural roads connected to the main roads, the presence of woody and herbaceous crop on the same land, with vineyards and olive trees interspersed in arable land, a continuous and coherent territorial maintenance.
Rossano Pazzagli interprets landscape as a common good, indicating the ways this interpretation should guide the actions affecting regional landscape. The article proposes this approach by analysing recent regulations that introduce social participation in the construction of a shared vision of the Tuscany landscape.
Abstract
Esiste davvero un paesaggio toscano? Magari sarebbe meglio dire i paesaggi toscani, poiché la varietà di situazioni rende difficile la riduzione ad un quadro unitario, sebbene il paesaggio della regione si identifichi comunemente con quello dell’insediamento sparso e della cultura promiscua, di una campagna urbanizzata, costruita sulla base di uno stretto e particolare rapporto tra città e campagna, concretizzatosi nella mezzadria. Questa duratura organizzazione agricola del territorio ha prodotto l’insediamento sparso delle case coloniche, una rete diffusa di viabilità rurale collegata alle strade principali, la compresenza di colture legnose ed erbacee sugli stessi terreni, con la vite e l’olivo intercalati ai seminativi, una continua e coerente manutenzione territoriale.