Articoli taggati con ‘rigenerazione urbana’

Tafterjournal n. 83 - LUGLIO AGOSTO 2015

It happens in Turin. From Cascina Roccafranca to the “Case del Quartiere Network”

di Daniele Maldera

In the last 20 years Turin has gone through several radical transformations and changes. When we talk about that we can’t forget its passage from “industrial town” to “post-industrial town”, breaking away from its past. From automotive to baby-parking and from heavy metallurgic plants to organic and “from farm to fork” food-stores. But that’s not all. Empty spaces, left by a decaying industry fabric, have inspired requalification initiatives and a social, educative, cultural enterprise everywhere in the city. In this context stems the need for re-appropriating and re-dwelling, through the involvement of the whole town community So, those ready to fill, empty spaces themselves become, in a perspective of recycling and re-use, the perfect container for inclusion, increased participation and for offering possibilities, events and moments of social aggregation. Here was the most fertile “humus” to create new special structures: the Case del Quartiere (Houses of Neighbourhood). Common spaces, multipurpose cultural hubs, social laboratory – all at the same times. In an House it is possible to propose events, to organize or attend a workshop or an artistic atelier, to discuss about common themes or simply use services provided. They are friendly places, where a person is not only a guest, or a resident, but above all is a citizen.

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Tafterjournal n. 75 - settembre 2014

Il progetto di identità e la ri-significazione dei luoghi. Il patrimonio ebraico in Calabria

di Chiara Corazziere

Il passaggio degli Ebrei in Calabria dal IV al XVI secolo d.C. lascia sul territorio elementi tangibili e tali da delineare un modello urbano, oggi di difficile interpretazione. L’apparente mancanza di rapporto tra esigenze culturali e tipologia rende determinante la ricerca di invarianti – valenze immateriali e forme ricorrenti – più che la corrispondenza forzata tra segno e valenza. L’elaborazione di una metodologia mirata alla loro interpretazione è fondamentale per innescare processi di valorizzazione attraverso il progetto di identità quale approccio più adeguato a ri-significare una dimensione abitativa unica, poco nota e manifesta.

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Tafterjournal n. 75 - settembre 2014

Le identità nascoste dello spazio urbano

di Vittoria Azzarita

Lo spazio urbano, inteso sia come luogo fisico che come entità immateriale, rappresenta lo scenario contemporaneo per antonomasia, l’habitat prediletto dalla specie homo sapiens sapiens, il contesto di riferimento di numerosi studi e analisi sulle società post-moderne. Frutto di successive alterazioni dell’ambiente naturale, gli agglomerati antropizzati di grandi e piccole dimensioni sono stati, e continuano a essere, oggetto di molteplici trasformazioni che contribuiscono a cambiare in modo radicale l’aspetto e le dinamiche sociali di interi gruppi abitativi. Se i nuclei originari di quelle che oggi sono le grandi metropoli mondiali, hanno visto i loro confini espandersi in maniera esponenziale nel corso del tempo, fino a diventare porzioni variamente assemblate di territorio che ospitano al loro interno milioni di abitanti provenienti da tutto il mondo, i contesti rurali e i centri minori – una volta cuore pulsante di un’economia di prossimità – sono divenuti una specie protetta a rischio di estinzione, minacciati in egual misura dall’abbandono, dall’invecchiamento della popolazione e dai fenomeni migratori che coinvolgono, con un’intensità crescente, le generazioni più giovani e istruite.

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Tafterjournal n. 55 - gennaio 2013 - numero speciale epos

Immobili pubblici, beni culturali e sviluppo

di Davide Ponzini

Nel corso degli ultimi quindici anni sono state molteplici le iniziative dei governi italiani per valorizzare beni e aree statali sottoutilizzati e quindi generare attivi per il bilancio pubblico.

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Tafterjournal n. 45 - marzo 2012

Torino aka la paura di diventare grandi

di Valeria Dell'Aquila

Questo articolo, attraverso un breve e personale excursus storico-sociale e un paio di case studies, che hanno dimostrato la capacità innovativa di ripensare lo spazio urbano e le relazioni tra cittadini, tenta di dare una lettura della situazione e dei possibili scenari futuri dello sviluppo della città, basandosi su un’analisi dei fenomeni socio-culturali provenienti dagli ambienti non istituzionali e che, a mio parere, hanno dato alla città una precisa impronta da seguire per uscire dalla crisi in cui si trova.

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Tafterjournal n. 45 - marzo 2012

Sistemi generatori e organizzatori di cultura

di Ludovico Solima

Quali sono i sistemi generatori e organizzatori di cultura: questa è la domanda alla base dei due contributi, l’uno di Valeria Dell’Aquila, l’altro di Fabiana Lanfranconi, che suscitano riflessioni e spunti diversi ma interessanti. Il primo dei due contributi assume una prospettiva spesso trascurata, analizzando la spinta propulsiva “dal basso” o, se si preferisce, spontanea, in termini di iniziative ed eventi culturali. Il pretesto per approfondire il tema è la città di Torino e le sue politiche culturali degli ultimi anni che ne hanno cambiato pelle, favorendone la trasformazione da città industriale a luogo delle culture. Il secondo ha in comune con il primo il problema della governance culturale, sebbene con una prospettiva in questo caso pienamente istituzionale, inserendosi in un dibattito, oramai ricco e articolato, sul modello delle Fondazioni di Partecipazione come possibile sintesi tra settore pubblico e privato nel campo della gestione museale.

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Tafterjournal n. 40 - ottobre 2011

Inspiring principles for liveable and sustainable residential neighbourhoods

di Francesca Riccardo

Several European peripheral urban areas, built after WWII, suffer from livability issues. This is also true for numerous residential neighbourhoods in Italy where, despite all the interventions carried out so far, innovative design strategies are still needed. Decline processes in post-war housing neighbourhoods present similarities, therefore observing European good practices may lead to an enrichment of Italian regeneration strategies. What key aspects can inspire experiments in deteriorated neighbourhoods in Italy?

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Tafterjournal n. 40 - ottobre 2011

L’Italia non è solo un “disastro”…

di Mercedes Giovinazzo

Recentemente sono stata a Lecce, per lavoro. Non vi ero mai stata prima. Alloggiata in un albergo “fuori le mura” sono arrivata in tarda notte. La mattina dopo mi sono avviata, a piedi, in centro. Dappprima mi è parso di trovarmi in una qualsiasi città moderna del meridione d’Italia ma poi, varcate le mura nei pressi del Castello Carlo V, con mio grande stupore, mi è parso di entrare nella scenografia di uno spettacolo teatrale o operistico. Quasi come in un sogno o in un film, la città si trasformava davanti a me: bellissima e pulita, la luce di prima mattina metteva in valore un patrimonio architettonico eccezionale. Con ancora piú stupore ho vissuto la città anche di pomeriggio e di notte: gente ovunque, movimento, traffico, locali affollatissimi… Ho capito di non essere in una città-museo ma in una città viva, in pieno fermento, nella quale i leccesi – ma non solo – si sono riappropriati appieno dello spazio pubblico cittadino: non solo di quello intra ma anche di quello extra muros dove palazzi, edifici, parchi, giardini, viali sono vissuti, frequentati e, addirittura, gestiti dalla cittadinanza.

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Tafterjournal n. 39 - settembre 2011

Archeologia industriale, creativita’ e gestione integrata. Il caso biellese

di Eleonora Celano e Stefania Chirico

Architettura, urbanistica, design, arte, cultura, creatività, sviluppo economico sono solo alcuni degli elementi che affiorano alla mente, allorquando pensiamo al complesso puzzle degli interventi di riqualificazione urbana di un contesto metropolitano. Da diverso tempo, infatti, l’economia è stata accostata al patrimonio della conoscenza, in quanto si è ritenuto che le metodologie economiche fossero funzionali allo sviluppo della cultura per efficacia ed efficienza, con lo scopo di attribuire nuovo valore e sviluppo ad un territorio. In questo contesto entra in gioco il ruolo dell’archeologia industriale, ovvero di quello studio complesso ed ampio che riguarda edifici e macchine che oggigiorno hanno perso la loro funzione d’uso, ma che sono ancora presenti sul territorio e nei quali, talvolta, vengono riconosciuti valori sociali e culturali molto forti. Obiettivo del presente lavoro è quindi quello di indagare le interazioni tra settori disciplinari differenti tra loro: economia, archeologia e marketing territoriale, al fine di raffrontare le prospettive di indagine e di strutturare un paradigma concettuale nel quale archeologia industriale, creatività e territorio siano identificati come vere e proprie risorse in grado di garantire uno sviluppo locale sostenibile. Il contesto territoriale che si intende prendere in esame è quello inerente alla provincia di Biella.

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Tafterjournal n. 38 - agosto 2011

Bronx Council on the Arts (BCA). La rinascita del Bronx passa dalla cultura

di Paolo Bertani

Il contributo racconta e illustra, tramite l’esperienza diretta di uno stage effettuato dall’autore, l’organizzazione del Bronx Council on the Arts (BCA). La struttura, operativa nel territorio del Bronx, si occupa direttamente o indirettamente della stragrande maggioranza delle attività culturali operanti nel Borough. Nel corso della sua storia il BCA è riuscito a trasformarsi e a diventare punto di riferimento per l’intero distretto, anche grazie all’opera costante del suo storico e carismatico direttore esecutivo, Bill Aguado. I risultati che l’organizzazione ha ottenuto nel tempo vengono considerati straordinari; questi sono il frutto di una politica fortemente indirizzata a ridare dignità ad un territorio e un tessuto sociale martoriati negli anni ‘60 e ’70 del secolo appena trascorso.

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Tafterjournal n. 32 - febbraio 2011

Flussi globali e sviluppi locali. Trasformazioni urbane ed economie della cultura a Palermo

di Maurizio Giambalvo e Simone Lucido

Anche se Palermo non è certo fra gli esempi più eclatanti di città cosmopolita, la sua maggiore apertura internazionale è oggi piuttosto evidente. A metà degli anni Novanta, sulla scia di quanto era già avvenuto in molte altre città europee in una fase di indebolimento dei legami nazionali, Palermo ha fatto ricorso “alla cultura per tentare di creare un senso di appartenenza, di unità, al di là delle divisioni sociali e dei conflitti, per mobilitare le risorse necessarie all’elaborazione di un interesse generale urbano”. In questa sede non è possibile approfondire le dinamiche tramite le quali la città si è aperta ai flussi globali, ma ci limitiamo a rimandare ad alcuni meccanismi principali: il ruolo del governo locale (con la canalizzazione di finanziamenti per il recupero del centro storico e l’investimento in cultura); la mobilità dei giovani universitari; il ruolo dei visitatori stranieri.

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Tafterjournal n. 32 - febbraio 2011

Innovazione e nostalgia

di Mercedes Giovinazzo

Nei momenti di crisi, l’avvocato barese di fiction, Guido Guerrieri riempie di pugni il suo sacco da boxe oppure gironzola in bicicletta per la sua città – una città che negli ultimi decenni si è trasformata e dove, oggi, coesistono quartieri residenziali, malfamati o marginali e quartieri che brulicano di locali dove bere e mangiare, leggere, ascoltare musica o fare due chiacchiere con un padrone, a volte stravagante, che ha importato usi dall’estero. L’articolo di Giambalvo e Lucido sulla recente trasformazione urbana di Palermo mi ha fatto pensare a Guerrieri, alla sua Bari; ma anche ad altre città, come Barcellona, da dove scrivo. Città in cui si sono attuati progetti di recupero patrimoniale dei centri storici per lottare contro il loro spopolamento, di risanamento di quartieri per contrastarne l’insalubrità o evitarvi la cristallizzazione di criminalità.

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Rigenerazione urbana e sostenibilità

di Federica Gandolfi

“Come saranno le nostre città tra 50 anni? E tra un secolo? L’urbanistica sarà riuscita a renderle compatibili con il nuovo panorama di risorse scarse? Quali misure di adattamento e mitigazione alle nuove condizioni ambientali entreranno a far parte della pianificazione e gestione delle aree urbane?” Queste sono le domande con cui esordisce Francesco Musco nel testo Rigenerazione urbana e sostenibilità.

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Città pubbliche. Linee guida per la riqualificazione urbana

di Federica Dian

La “città pubblica” contemporanea rappresenta un laboratorio di progettualità aperto a molteplici approcci e scenari. Tali elementi si ritrovano nello studio proposto nel presente volume, esito del programma di ricerca di interesse nazionale avviato nel 2006 dal titolo “La città pubblica come laboratorio di progettualità. La produzione di linee guida per la riqualificazione sostenibile delle periferie urbane”. Emerge un ritratto della città pubblica come risorsa e patrimonio di spazi, storie e valori, nella valenza di “bene comune” da valorizzare nei progetti di riqualificazione sociale e spaziale…

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Tafterjournal n. 23 - maggio 2010

Conversione funzionale e ri-funzionalizzazione come strategia di rigenerazione urbana. Il progetto “La Città delle culture” di David Chipperfield per l’isolato ex Ansaldo

di Barbara Camocini

La letteratura scientifica relativa al concetto di rigenerazione urbana ha individuato alcuni importanti strumenti di intervento che riguardano comparti urbani, edifici dismessi e interni abitati. La conversione funzionale e la ri-funzionalizzazione, i landmark urbani, gli insediamenti aggregativi legati alla cultura e all’innovazione sono tutti approcci rintracciabili nell’intervento sull’area ex-Ansaldo a Milano. L’analisi riguarda l’applicazione contestuale di questi eterogenei modelli di sviluppo ad una realtà urbana in dinamica trasformazione.

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