Articoli taggati con ‘finanziamenti pubblici’
Culture and the Red Queen
Just at this moment, somehow or other, Alice and the red Queen began to run. They were running hand in hand, and the Queen went so fast that it was all she could do to keep up with her: and still the Queen kept crying ‘Faster! Faster!’ but Alice felt she could not go faster, though she had not breath left to say so. The most curious part of the thing was, that the trees and the other things round them never changed their places at all: however fast they went, they never seemed to pass anything. “I wonder if all the things move along with us?” thought poor puzzled Alice. And the Queen seemed to guess her thoughts, for she cried, “Faster! Don’t try to talk!” And they went so fast that at last they seemed to skim through the air, hardly touching the ground with their feet, till suddenly, just as Alice was getting quite exhausted, they stopped, and she found herself sitting on the ground, breathless and giddy. Alice looked round her in great surprise. – Why, I do believe we’ve been under this tree the whole time! Everything’s just as it was! – Of course it is,’ said the Queen, ‘what would you have it? – Well, in our country, said Alice, still panting a little, you’d generally get to somewhere else—if you ran very fast for a long time, as we’ve been doing. – A slow sort of country! said the Queen. Now, Here, you see, it takes all the running you can do, to keep in the same place. If you want to get somewhere else, you must run at least twice as fast as that!
The notion of accountability and its usage in the cultural sector
All human, personal, economic and political relations are based on the notion of trust. Nevertheless, which are the subjects actually reliable or, in other words, truly accountable? It is necessary to make such a concept measurable, particularly in the economic sector because of the investment or acquisition choices related to that field of activity. The introduction of an evaluation process results to be even more difficult in the Italian cultural realm, where unselected public funds and culture budget cuts increase the uncertainty of the present.
Il governo della cultura. Promuovere sviluppo e qualità sociale
Una guida illuminata da una carriera accademica e professionale dedicata ai temi dell’economia della cultura e della creatività è l’ultimo lascito di Walter Santagata, recentemente scomparso, alla classe dirigente italiana.
Cultura. Punto e accapo
Nato dal confronto di un gruppo di tecnici attivi nel settore culturale, “Cultura. Punto e accapo” è un Programma chiaro e sintetico e un prontuario di cinquanta “parole chiave” pensato per essere una piattaforma di confronto e, al tempo stesso, il punto dal quale partire per rinnovare il “sistema cultura” in Italia.
La cultura per una crescita intelligente, sostenibile e solidale. Verso un uso strategico dei Fondi Strutturali 2014-2020 per la cultura
La cultura è al centro della sfera economica e politica del progetto europeo. Da un lato, la cultura produce ricchezza; dall’altro è anche fonte di creatività e innovazione, che favorisce il dialogo e la coesione sociale, nonché la trasmissione di valori di interesse comune. Oggi più che mai, la rinascita dell’Europa passa dalla cultura. È senz’altro necessario ridare nuovo slancio all’economia, ma lo sviluppo senza coesione sociale rischia di essere fallimentare nel lungo periodo. Solo la cultura può aiutare i cittadini europei a riguadagnare fiducia nell’UE e a ricostruire un senso di appartenenza fondato su valori comuni.
La cultura merita i fondi pubblici?
Il rapporto tra attività culturali e fondi pubblici è oggetto di un interminabile tormentone. Come sempre, le schiere si assestano su fronti opposti e per atterrire gli avversari adottano argomenti da giorno del giudizio. L’aggettivo più usato è ‘giusto’, che dovrebbe trovare poca cittadinanza in un sistema permeato da libertà espressiva, intuizione progettuale, ricchezza relazionale. Ma, ahimé, fin quando lo spettro di Benedetto Croce continua ad aleggiare sulle cose culturali italiane (e magari anche europee) finiamo per volgere una questione tecnica in un dilemma etico. Esplorando la variegata casistica dei progetti culturali realizzati con una combinazione variabile di entrate proprie ed entrate derivate, per lo più di fonte pubblica, si cominciano a vedere le coordinate di percorsi non necessariamente lineari, e spesso fragili nell’impianto logico. La sovrabbondanza di fondi pubblici a tutti i livelli di governo (partendo da quello dell’Unione Europea e finendo su quello municipale) è stata negli anni controbilanciata dall’ossessione tutta bizantina di emettere bandi erga omnes, in modo da schivare l’accusa di intelligenza con il nemico. L’effetto è stato quello di sovrapporre e contrapporre la mappa delle formalità alla mappa delle azioni concrete, lasciando convivere serenamente protocolli asettici e negoziati opachi, sportelli carichi di timbri con lo stellone e corridoi intasati di relazioni ammiccanti e accordi compiacenti.
The Cranach syndrome. Calls for private donations for museums’ art acquisitions: new perspectives for the French Public Cultural Institutions funding?
Micro-sponsorship might become a way to develop seminal actions of culture and in particular require people to define through their financial support what makes their culture today, in other words, what should become a clear statement of their own heritage. The development of actions of the kind in many fields (not only museums but cinema or theatre) proves the relevant nature of such strategies that go way beyond financial issues. Yet, several questions must be raised that may regard in particular their chance to become efficient on a larger scale for institutions that don’t have the prestige or the strong implementation in the audiences’ minds.
Il dialogo che ci può salvare
Il coinvolgimento dei cittadini nella conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e la creazione e gestione di un’offerta turistica adeguata alle esigenze di una domanda evoluta, e a un mercato sempre più competitivo, sono argomenti sui quali si è posta frequentemente l’attenzione, come elementi combinati di una medesima opzione strategica, finalizzata a sviluppare nel nostro paese forme di crescita economica sostenibile, diffusa e duratura. Per elaborare una strategia, bisogna, però, conoscere gli elementi e le dinamiche in gioco e saper vedere in prospettiva. Per conoscere bisogna studiare e per vedere in prospettiva si deve essere capaci di elevare lo sguardo oltre il nostro, limitato orizzonte. Di entrambi questi approcci sono orfane le nostre istituzioni che governano il paese tutto, nonché quelle preposte al governo della cultura e dell’industria turistica, ma, dal momento che la speranza è l’ultima a morire, non è detto che prima o poi qualcuno non possa accorgersi che si può intervenire, positivamente ed efficacemente, in tal senso.
Revolving funds and building preservation trusts: a new and efficient way of preserving European Heritage?
As European States are less and less involved in Heritage protection, new ways have to be found to safeguard historical buildings. Private structures such as “revolving funds” and “building preservation trusts” are part of them; respectively coming from the USA and the UK, how do they work and why should they be introduced in France?
Cultura bene comune? Una riflessione retrospettiva
Che cosa vuol dire “bene comune” per i cittadini che nella cultura trovano ed elaborano la propria identità? E quali princìpi, regole e strumenti possono riuscire a proteggerne, consolidarne e diffondere il valore?
Slovenia. Dove la crisi ha spodestato la cultura d’élite
Stretti tra realtà linguistiche ed economiche ben più potenti e popolose, gli sloveni nella storia hanno sempre saputo difendere le proprie fondamenta: il territorio e la lingua come base della propria cultura. Questo paese spesso dimenticato e confuso con la Slovacchia, festeggia dopo tante lotte ad armi impari il proprio meritato ventunesimo compleanno da nazione autonoma e sovrana.
Culture in U.S.: four more years
President Obama has won the 2012 election and will be remaining in office for another four years. From an arts advocacy standpoint, Obama was clearly the favorable candidate for government arts funding.
Megaproyectos en tiempos de crisis: el caso de España
En una España devastada por la crisis, la continuidad de ciertas grandes infraestructuras culturales en construcción está en tela de juicio. Después de 20 años de edificación intensiva de museos de arte contemporáneo, de salas de conciertos o de teatros, estimulada por unas administraciones regionales recientes y deseosas de construir una nueva identidad, los efectos de la crisis son muy palpables: derrumbamiento de las subvenciones y del mecenazgo y simplificación de los programas de las fundaciones bancarias (como la de La Caixa), de los museos o de los festivales. Eso cuando no se trata directamente de la bancarrota, como en el caso del gran festival de música Summercase en Barcelona o en el del admirable Museo Chillida-Leku en el País Vasco.
Ecosistemi culturali emergenti
Che la realtà stia cambiando pochi hanno il coraggio di negarlo. Siamo dentro un mutamento epocale: parte dalla fine conclamata del paradigma economico e sociale che ci ha confortati per oltre due secoli, passa attraverso nuove consapevolezze e responsabilità, approda su una griglia forse non del tutto inedita ma certamente solida, costruita su relazioni, qualità, molteplicità. Non mancano i nostalgici di un ordine che era certo, appagante e carico di promesse etiche, grazie al quale la borghesia si è autodefinita illuminata anche quando cominciava a non capire granché dell’evoluzione della propria specie. E poi, a ben guardare, i nostalgici più accaniti sono coloro che giocano in difesa di posizioni protette e garantite: i professionisti del settore culturale. Con buona pace di tutti, il mondo percorre una strada nuova e la direzione è indicata da prodotti creativi, beni di conoscenza, valori culturali; ma non possiamo appigliarci alle cose già successe.
L’impresa di parlare d’impresa culturale
Nonostante sia il settore più inquieto e dinamico dell’economia italiana, la cultura fatica a rivendicare il proprio ruolo di preminenza nella nostra società. Fortunatamente tra l’obsolescenza di vecchi paradigmi, la rigidità del rapporto con l’amministrazione pubblica e un dialogo troppo intermittente con i pubblici potenziali, fioriscono pratiche innovative e in controtendenza, che devono solo trovare il coraggio di darsi una forma, dirsi impresa, e cominciare a porsi al centro di un auspicabile nuovo corso del Belpaese.
Una televisione del teatro o una televisione sul teatro? Idee e riflessioni per istituire un canale tematico di servizio pubblico per lo spettacolo dal vivo
Il 27 marzo 2010 l’Italia ha celebrato, per la prima volta, la Giornata Mondiale del Teatro. Rallegra pensare che la manifestazione è stata lanciata dall’Unesco a Vienna nel 1961. Infatti, se a distanza di quasi cinquant’anni abbiamo deciso di aderire alla Festa del Teatro, allora possiamo ben sperare che un altro passo avanti nella rivalutazione dello spettacolo dal vivo è stato finalmente compiuto.
Allenare lo sguardo sul territorio
Allenare lo sguardo, insegnare la sensibilità nei confronti della comunità e del territorio, accrescere la consapevolezza degli abitanti attraverso l’uso di strumenti e chiavi di lettura inusuali: ecco cosa succede quando si utilizza il filmato video quale strumento di narrazione e di interpretazione del territorio. Il valore delle immagini diventa funzionale, in questo senso, all’attivazione di corto-circuiti comunicativi efficaci per esplicitare le dinamiche del territorio.
L’evoluzione del sostegno pubblico alle imprese cinematografiche. Il modello francese diventa realtà?
Mai come in questi ultimi anni il richiamo al cosiddetto “modello francese” è stato così presente all’interno del dibattito sulle possibilità di rinnovamento e di rafforzamento del settore dello spettacolo inteso nelle sue due anime principali, quella cinematografica e quella delle rappresentazioni dal vivo. Ebbene, in questa fase cruciale di ripartenza della politica, di bilanci di attività svolte e di eredità consegnate ai nostri nuovi decision makers, va registrata l’introduzione, a partire da quest’anno, di nuove e più evolute forme di sostegno indiretto, e in particolare di agevolazione fiscale alle imprese cinematografiche nazionali, che – di fatto – per la prima volta avvicinano il nostro Paese al tanto decantato modello di sostegno francese.
Il granting a favore degli eventi espositivi
Nel corso degli ultimi decenni, il mercato culturale ha visto la nascita di un nuovo prodotto: quello delle esposizioni temporanee. Dal punto di vista della produzione dei beni e dei servizi culturali è forse l’evento più interessante dopo la svolta commerciale dei musei. Anche in Italia negli ultimi anni la produzione di mostre è cresciuta in modo esponenziale, in ragione sia del ricco patrimonio culturale del nostro paese e della presenza di un numero eccezionale di strutture (oltre 4000 musei), sia, in misura diversa da realtà a realtà, della creatività, dell’esperienza e delle competenze scientifiche necessarie per realizzare progetti espositivi.