Articoli taggati con ‘beni culturali’
Culture and life
Is not possible to start a discussion about culture without mentioning what in these days is scaring Europe: the IS terrorist attack in the heart of Paris is nothing but a menace to all of us. But there is also another reflection that we, as researchers and practitioners of culture, must underline in this act, and is that the choice of the sites point the attention on the very heart of our lifestyle: culture. Since its beginnings IS has attacked with peculiar attention cultural sites: firstly site under the protection of the UNESCO, and then irreverent voices of European Culture (Charlie Hebdo). Now the attack has been addressed versus a theatre, a stadium and versus people who was spending their time in cafès. This should make us consider once more the importance of culture in our lives. The nature of the attack followed the evolution of what has been for centuries intended with the word Culture: first the heritage, then the literature and freedom of expression and ultimately (this is our hope) the music and the sports. I’m not a conflict expert, but to every observer should be clear that IS is fighting its war mainly on two dimensions: the fear and the symbol. Destroying cultural heritage sites has been for century one of the main abused symbols of war, but stadiums, theatres and boulevards are something new. In my opinion it is not only a security level topic, there is something more. There is the importance of our immaterial infrastructure, the knowledge on which we base our lifestyle. Everyone would be pleased to do anything in order to avoid any other attacks.
Does movie poetics dream of territories?
A concept we can not avoid in our days talking about culture and the direction we’re heading towards is globalization. It stretches itself out like an umbrella surrounding cultural phenome-na in a way not experienced before, and its creations make us wonder about our cinema lan-guages. In the global movie market certain national movie industries like the US one are more dominant than others. One might question if there is a kind of ‘cultural homogenization pro-cess’ behind? Still, there is a language emphasizing the local, there are movies that give us tales and stories about the site-specific grounded into their own cities. This article focuses upon these movies, relying on some basic theories within Cultural Semiotics by Jurij Lotman. Per-haps it is possible to see some kind of interaction and connection between these different kinds of movies, or perhaps they are two separate languages living in their own spheres?
The future art of storytelling: Future Fabulating in Madeira Island
Introduction The practice of predicting the future has a long history, ranging from personal consultation in the patterns of coffee grounds to global computational projections derived from vast sums of data. The longing for a vision of the future offering some certitude seems to cross cultural boundaries. Engineer Alan Kay stated that […]
Compendio di diritto dei Beni Culturali
Fabrizio Lemme, autore del “Compendio di Diritto dei Beni Culturali”, guida i propri lettori alla scoperta dei profili giuridici inerenti la tutela del patrimonio culturale, mettendo a frutto la sua duplice esperienza di collezionista d’arte e di giurista.
Veneto and Venice: new visions of Culture
The relationship between culture and territory is the subject of an increasing interest. Today, culture is widely recognized as a key asset for economic and social development and competitiveness. At the same time, we live in a period characterized by a worldwide economic crisis in which the unique possible solution seems to be “re-starting” and “re-inventing” everything. In this scenario, the point is whether the solution can come from our immense cultural heritage.
Cultura. Punto e accapo
Nato dal confronto di un gruppo di tecnici attivi nel settore culturale, “Cultura. Punto e accapo” è un Programma chiaro e sintetico e un prontuario di cinquanta “parole chiave” pensato per essere una piattaforma di confronto e, al tempo stesso, il punto dal quale partire per rinnovare il “sistema cultura” in Italia.
Mobile technologies: new ways to access tourism, culture and cities
The use of mobile devices and related technologies offers a great opportunity for cultural institutions to enhance and support visitors’ experience. Smartphones and tablets allow users to access contents ubiquitously using high-performance computing, embedded tools, fast wireless connectivity, and wider touchscreens, providing several novel solutions to engage visitors in a deeper level of interactivity and social networking.
Godere e diffondere conoscenza e amore per il patrimonio culturale
Evocando un sagace slogan di qualche tempo fa del sempre benemerito FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), che recitava più o meno così: “conservi ciò che ami, ami ciò che conosci”, si può dire che conoscenza, ri-conoscenza e affetto verso le proprie memorie sono alla base della catena del valore, che porta a conservare e tutelare beni spesso oggettivamente “inutili”, se visti con l’ottica dei frenetici ritmi e degli spietati canoni di un’esistenza come la nostra, votata al consumismo più esasperato. Un telefonino o un elettrodomestico rotto, oggi, non si ripara, si butta … (e se ne compra un altro!). Come si può essere legati, in famiglia, ad un oggetto di nessun valore, ma che è appartenuto ed è stato usato da un parente la cui memoria è cara, o autorevolmente riconosciuta, o riferibile a contesti storici che hanno contraddistinto epoche più o meno recenti, così si dovrebbe fare per il nostro patrimonio storico-culturale, avendone in primo luogo contezza dell’esistenza e, in secondo luogo, sapendogli attribuire valore.
Patrimonio Mondiale UNESCO: la tensione tra valore universale e interessi nazionali
La Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO rappresenta oggi il più efficace strumento internazionale di conservazione e tutela di un bene pubblico globale che include alcuni tra i più importanti tesori culturali e naturali esistenti al mondo. Tuttavia, dopo quasi 40 anni di attività, e più di 900 siti protetti, è necessario domandarsi se e come il sistema UNESCO sia stato in grado di definire e preservare questo patrimonio. Il presente contributo sintetizza alcune recenti ricerche economiche che mettono in luce come esista una tensione tra l’aspirazione al valore universale ed eccezionale della Lista del Patrimonio Mondiale, e i fattori e interessi nazionali che ne influenzano la sua composizione e la rappresentatività delle culture mondiali.
I beni culturali immateriali. Ipotesi e prospettive di gestione
È curioso come nel Codice Urbani non ci sia alcun riferimento ai beni “immateriali”, se non in termini generici. Ne discende un’assenza sul piano normativo, colmata unicamente dalla Dichiarazione Unesco del 2003. Eppure il ruolo dei beni etnoantropologici nella cultura di un popolo è notevolissimo e pone, oggi più che mai, il grande problema della loro tutela e conservazione. Bisogna, e al più presto, elaborare delle strategie interpretative dei cambiamenti e riformulare, in una società come la nostra che è quella del multiculturalismo e di sempre più rapidi processi di ibridazione culturale, una sorta di medium dove collocare una lettura scientificamente corretta del patrimonio culturale immateriale che non significa patrimonio legato genericamente e superficialmente al passato, ma patrimonio vivo in ognuno di noi e radice profonda che alimenta il nostro presente.
Fondazioni bancarie, arte e cultura. Ruolo, risultati e prospettive alla luce di un’analisi territoriale
A vent’anni dalla nascita delle fondazioni bancarie, il volume curato da Chiara Leardini e Gina Rossi analizza il ruolo svolto da tali istituzioni all’interno di un settore caratterizzato da profondi deficit gestionali, quale quello dei beni e delle attività culturali. Passando in rassegna l’operato delle 11 fondazioni bancarie attive nella zona del Triveneto, il volume offre un bilancio delle azioni fatte e traccia alcuni possibili scenari di sviluppo.
Modelli di gestione per le aziende dei beni culturali. L’esperienza delle Soprintendenze “speciali”
Il volume di Landriani, professore associato di Economia Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, prende in esame un istituto che in Italia riveste un ruolo primario nel settore culturale, la Soprintendenza, qualificata in diverse decine di tipologie, sia per attività ed oggetto di tutela, che per competenza territoriale (Soprintendenze centrali, regionali e speciali). Proprio queste ultime costituiscono l’oggetto specifico della ricerca, istituite con D. Lgs. 11/91 che indica come tratto distintivo l’autonomia scientifica, organizzativa, gestionale e finanziaria.
La globalizzazione dei beni culturali
La raccolta di saggi a cura di Lorenzo Casini, professore di Diritto amministrativo presso la Facoltà di Architettura della Sapienza – Università di Roma, nasce da una ricerca avviata alcuni anni fa sul rapporto tra globalizzazione e beni culturali. Un rapporto che pone rilevanti problematiche di ordine giuridico, che il volume affronta per la prima volta in maniera organica…
Musei e territorio: la gestione del rischio nei confronti del patrimonio culturale
Si assiste sempre più di frequente, in Italia come all’estero, al susseguirsi di calamità naturali. Ne consegue un crescente interesse al fine di limitare le conseguenze che queste rischiano di avere sul patrimonio culturale. E’ necessario in prima istanza definire la tipologia di disastro, che può essere scatenato da cause naturali come nel caso di terremoti, siccità, eruzioni vulcaniche, così come da cause umane, incidenti e fatti bellici. E’ interessante notare come il verificarsi di una situazione di emergenza ci permetta di misurare la capacità di reazione di un paese. La tempestività e l’efficacia dell’azione diventano fondamentali. Per questo motivo risulta evidente che l’attività di soccorso debba essere mirata e affiancata da altre attività complementari, quali la formazione e l’aggiornamento costante degli operatori.
I musei sono “servizi pubblici” di prossimità?
Al cittadino medio del nostro paese non è certo mancata nell’arco della propria vita la frequentazione di uffici di servizi pubblici, come quello postale o anagrafico. Fatte salve le eccezioni e le negligenze che ciascuno di noi può sempre enumerare, nel corso di questi ultimi vent’anni si è assistito ad un netto miglioramento […]
Nuove organizzazioni culturali. Atlante di navigazione strategica
Le organizzazioni culturali guardano spesso con sospetto a ricette precostituite e manuali d’azione. Il presente volume, un vero distillato della pluriennale esperienza acquisita sul campo dagli autori, è invece un illuminante vademecum per affrontare il periglioso navigare quotidiano di chi opera in un settore così complesso e multiforme. Le organizzazioni culturali sono il […]
Il forum mondiale Unesco sulla cultura e sulle industrie culturali. UNESCO World Forum on Culture and the Cultural Industries
Lo scorso settembre Monza ha ospitato il primo Forum mondiale Unesco sulla cultura e sulle industrie culturali. In questo articolo si presentano le principali motivazioni che hanno portato al Forum Unesco, approfondendo le ragioni dell’avvicinamento tra economia e cultura e presentando alcuni dati sulle industrie culturali. In un’economia sempre più basata sulla conoscenza, la cultura costituisce una risorsa collettiva che contribuisce ad alimentare la creatività, a stimolare l’innovazione e ad accrescere la qualità del capitale umano. In questa prospettiva la cultura può diventare il volano della crescita economica, contribuendo all’incremento della competitività delle economie moderne.
La forza delle comunità locali e del capitale umano
Credo si possa affermare con una certa tranquillità che il nostro futuro dipende dalla capacità che il Paese avrà di imprimere una svolta all’accrescimento della qualità del suo capitale umano. La situazione attuale della formazione, a tutti i livelli scolastici e universitari, è piuttosto critica per la carenze di risorse economiche e umane; oltretutto è critica a fianco della carenza quantitativa anche quella qualitativa. I sistemi di valutazione in Italia stentano ad affermarsi.
Alienazione e cessione nel Codice dei Beni Culturali
L’Italia può vantare una vera e propria tradizione di legislazione dei beni culturali: già prima dell’unificazione, la giurisprudenza dei diversi stati preunitari dimostrò particolare attenzione a quelle che oggi potremmo definire politiche culturali. Talvolta una illuminata concezione della res publica, più volte il fascino della figura del potente mecenate, favorirono una consapevole indivisibilità del binomio patrimonio-territorio.
Ricercare per innovare. Nuovi strumenti e linguaggi per comunicare
Innovazione è la parola d’ordine alla quale a più riprese si fa ricorso per giustificare azioni ed interventi nel settore della cultura (e non). In questo senso, è il comparto dei musei luogo eletto di sperimentazione e di introduzione di normative ad hoc, strutture gestionali e nuove pratiche. Vale la pena seguire le “innovazioni” proposte, poiché l’ambito dei musei spesso funge da paradigma per l’intero settore culturale. Non a caso, infatti, l’ultima modifica proposta dal ministro dei Beni culturali, l’istituzione del super manager, direttore unico a cui è affidato il coordinamento generale di circa quattrocento strutture museali statali, che tante polemiche ha provocato, si concentra proprio sul funzionamento del sistema dei musei. Senza voler entrare nel merito della proposta, si sottolinea, però, quanto sia importante architettare sistemi di gestione che richiamino ad una reale efficacia di funzionamento del sistema.
Le ragioni della tutela
Difesa del paesaggio, del patrimonio storico, delle attività artistico-culturali, degli standard di vivibilità urbana, degli spazi pubblici, dell’ambiente minacciato da uno sviluppo quantitativo che non considera i limiti naturali delle risorse esauribili. Difesa. Questo il bollettino quotidiano dello scontro epocale, e del tutto inedito, tra natura, cultura e sviluppo. Uno scontro che vede contrapposte due ragioni: quella che identifica lo sviluppo con la crescita continua (di merci) e quella della tutela dell’ambiente e della cultura.
L’Italia che se ne va
Italy is going in ruins
While numerous debates and conferences on the cultural identity are underway, in the last decade three billions of cubic metres of new buildings have devoured the landscape and the historical evidences in every corner of the country. The reasons of the conservation and of the safeguard of our heritage are still weaker than the development’s need, intended as the production of cube-meters of asphalts. The article analyses the contradictions between the public declarations and the factual interventions on the territory about the natural and cultural heritage.