Articoli taggati con ‘sociale’

Tafterjournal n. 85 - NOVEMBRE DICEMBRE 2015

Museums and Storytelling: From the last trends to the future

di Sara Cicatiello

In 2010, Kelly found that museums’ adult visitors were deeply aware of their learning preferences and that they wanted experiences both educational and entertaining. On a more general scale, LaPlaca Cohen “Culture Track Report 2014” reveals how the meaning itself of what a cultural experience is like, expanded to activities more related to nature and entertainment. According to this report, audience values a TED talk or a visit to a Botanic Garden just as culturally engaging as going to the museum or attending a theater performance. The public is more demanding and wants to satisfy more than one need at the same time, pursuing activities that are educational, entertaining, interactive and customizable. This expanded notion of culture is on top of the priorities of professionals, as it challenges them to find continuously newer and more unique attractions, able to deal with a much wider range of competitors to the public attention. In order to address the increased uncertainty, museums reshaped their programs to include more and more extra-ordinary events, such as family days, curators’ talks, nocturnal exhibitions, and so on. On the one hand, special events are successfully flourishing and tend to be more participated, to have a wider impact on social media and to be more easily sponsored than ordinary programs. On the other hand, it seems that museums would be struggling at actually improving the ordinary visitors’ experience, which is a much more radical transformation affecting deeply each department, from the Curatorial to the Visitors’ Services and it is often extremely costly. In this gap among special programming and ordinary visit, the organization Museum Hack has found a fertile environment for its growth.

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Tafterjournal n. 83 - LUGLIO AGOSTO 2015

Nudging, Gamification and Paternalism

di Manfred J. Holler

Paternalism assumes an authority that tries to influence the behavior of people under its guidance in order to improve the wellbeing of the latter. This can be implemented by more or less strict regulations limiting the set of alternatives to choose from and thus reducing the freedom of choice. Alternatively, “libertarian paternalism” does not constrain the freedom of choice but takes advantage of the imperfections in decision-making abilities to push people to make choices that are good for themselves. This kind of pushing people is called “nudging” and a means of pushing people this way is called a “nudge.” Those who get nudged are sometimes called “nudgees,” and “nudgers” are those who “nudge.” When it comes to paternalism then the nudger is an authority, the State, the parents, etc. While, in principle, paternalism proper is coercive, nudging leaves the nudgee’s set of alternatives unchanged. Thus, nudging is a means to achieve the authority’s ends without, in principle, restricting the freedom of choice of decision makers, but make the decision makers decide what the authority is in fact aiming for. Paternalism based on nudging is also referred to as “soft paternalism.” Whitman and Rizzo (2007) elaborate on the warning of a “slippery slope” that leads from soft paternalism to “hard paternalism,” a non-libertarian paternalism implying regulations, legal constraints, and a reduction of freedom of choice, and thus represents a threat to their libertarian worldview. They write “soft paternalism – even if initially modest and non-intrusive – has the potential to pave the way for harder paternalism, including some policies of which the new paternalists themselves would disapprove. We conclude that policymaking based on new paternalist reasoning ought to be considered with much greater trepidation than its advocates suggest” (Whitman and Rizzo 2007: 413).

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Tafterjournal n. 66 - dicembre 2013

The Art of Augmenting Reality

di Arthur Clay e Monika Rut

Over the last few years, we have been witness to the emergence of the use of the virtual in public space. The manifestation of the virtual and the interplay of it with the real are changing the concept of public space and the perception of art that is now being presented in it. The integration process of the virtual into the real is also clearly affecting the way in which cultural institutions are now presenting and meditating art, as well as how this process is bringing the demand for new and innovate ways to link the virtual to the real.

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Progettare e valutare nel sociale. Metodi ed esperienze

di Francesca Quadrelli

L’attività di progettazione e valutazione, consolidatasi quale metodologia di intervento nel sociale a partire dagli anni settanta su tutto il territorio nazionale, ha comportato l’assunzione di una visione strategica e l’accrescimento nel tempo di capacità e competenze di dirigenti, responsabili e operatori del sociale che appaiono oggi più che mai fondamentali per far fronte alla carenza di risorse disponibili.

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Il pubblico del teatro sociale

di Marta Vimercati

“Oggi più che mai si ha bisogno di un Teatro” e non di un teatro qualsiasi ma di un teatro sociale. Questa sembra essere l’affermazione cardine da cui si sviluppa “Il pubblico del teatro sociale”, volume in cui la sapiente regia di Ivana Conte ha saputo concentrare manifestazioni ed esperienze teatrali legate a situazioni di disagio, raccontate da artisti, operatori, mediatori e registi.

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Creare capacità. Liberarsi dalla dittatura del Pil

di Vittoria Azzarita

Il Prodotto interno lordo (Pil) continua a dominare il mondo dello sviluppo e della politica perché offre l’illusione di fornire una misura esatta della qualità della vita di una nazione. Sovvertendo tale impianto teorico, Martha C. Nussbaum invita a riflettere sulle distorsioni e sui limiti imposti dal Pil e introduce un paradigma alternativo basato sulle capacità e sulle opportunità disponibili per ciascun individuo.

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Fondazioni bancarie: una grande riforma da consolidare

di Fabiana Lanfranconi

Una raccolta di saggi per raccontare la realtà de iure e de facto dell’istituto delle fondazioni bancarie, fenomeno dagli anni ‘90 al centro di dibattiti legislativi, giurisprudenziali e dottrinali, e che ancora oggi non smette di essere controverso.

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Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica

di Vittoria Azzarita

La cultura umanistica sembra non servire più al presente. E’ questa l’idea di fondo a partire dalla quale si sviluppa il volume di Martha Nussbaum, docente di Law and Ethics presso l’Università di Chicago, che denuncia la profonda crisi che l’istruzione mondiale sta attraversando, in quanto prigioniera e vittima di quello che l’autrice definisce “vecchio paradigma”.

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Tafterjournal n. 34 - aprile 2011

Partecipazione e programmazione sociale: i Tavoli Tematici nei Piani di Zona della Provincia di Torino

di Laura Cataldi e Enrico Gargiulo

Il focus di questo contributo, che prende le mosse da una più ampia ricerca sui processi decisionali all’interno dei Piani di Zona (PdZ) nella Provincia di Torino, è costituito dalla dimensione partecipativa di politiche di programmazione sociale quali, appunto, i PdZ. Nello specifico, particolare attenzione è riservata al luogo privilegiato di sviluppo di una decisionalità a più voci: i Tavoli Tematici. Argomenti per indagare la portata partecipativa dei PdZ sono: il target dell’inclusione, gli strumenti comunicativi utilizzati, la questione della rappresentanza, le dinamiche conflittuali, l’analisi coalizionale.

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Social Enterprises in the Cultural Sector. The UK case

di Cristiana Bottigella

The global recession is changing societal structures and priorities at all levels and cultural organisations in the UK – as in many other countries – need to find new alternative ways to ensure their survival and financial sustainability. This article explores the social enterprise model, adopting an entrepreneurial attitude to achieve financial autonomy by delivering social impact, as an opportunity to foster economical resilience in the British cultural sector. It concludes that although the model is promising, the required social consciousness, high capacities and an entrepreneurial culture are not always easily negotiated.

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Tafterjournal n. 28 - ottobre 2010

La cooperazione sociale si dà alla cultura. Il percorso del consorzio Con.Solida

di Dalia Macii e Flaviano Zandonai

L’articolo propone una rassegna dei principali risultati di un percorso di ricerca-azione promosso dal consorzio Con.Solida di Trento, volto a determinare il potenziale di sviluppo della propria rete di cooperative sociali in ambito culturale. A quali condizioni è possibile irrobustire un’offerta di servizi ancora embrionale da parte delle organizzazioni socie? E l’agenzia consortile quale ruolo può svolgere per sostenere e innovare questa offerta? Infine come individuare e coinvolgere in partnership strutturate attori dell’ambito culturale per acquisire competenze e per delineare un nuovo approccio alla produzione culturale? Le questioni affrontate, pur riferite ad un caso e ad un contesto specifico, sono apprendimenti utili per i diversi attori che individuano nell’ambito culturale un veicolo per migliorare l’efficacia degli interventi sociali.

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Città pubbliche. Linee guida per la riqualificazione urbana

di Federica Dian

La “città pubblica” contemporanea rappresenta un laboratorio di progettualità aperto a molteplici approcci e scenari. Tali elementi si ritrovano nello studio proposto nel presente volume, esito del programma di ricerca di interesse nazionale avviato nel 2006 dal titolo “La città pubblica come laboratorio di progettualità. La produzione di linee guida per la riqualificazione sostenibile delle periferie urbane”. Emerge un ritratto della città pubblica come risorsa e patrimonio di spazi, storie e valori, nella valenza di “bene comune” da valorizzare nei progetti di riqualificazione sociale e spaziale…

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Tafterjournal n. 18 - novembre 2009

I musei sono “servizi pubblici” di prossimità?

di Emilio Cabasino

Al cittadino medio del nostro paese non è certo mancata nell’arco della propria vita la frequentazione di uffici di servizi pubblici, come quello postale o anagrafico. Fatte salve le eccezioni e le negligenze che ciascuno di noi può sempre enumerare, nel corso di questi ultimi vent’anni si è assistito ad un netto miglioramento […]

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Tafterjournal n. 18 - novembre 2009

Musei e disabili: il caso veneto

di Laura Monzardo

L’unico vero viaggio … sarebbe non andare verso nuovi paesaggi, ma avere altri occhi, vedere l’universo con gli occhi di un altro, di cento altri, vedere i cento universi che ciascuno vede, che ciascuno è. Così scrisse Marcel Proust in una delle sue opere. Nel corso degli anni sono stati scritti numerosi testi sui musei, le loro attività, i servizi, l’allestimento e altro ancora, ma ben poco è stato pubblicato invece in materia di disabilità in rapporto agli stessi. Porsi nell’ottica di vedere il mondo da una diversa prospettiva, significa mettersi in discussione e rivalutare, sotto altra lente, tutto ciò che ci circonda. Questo lavoro si propone di raccogliere alcuni dati e cercare di leggerli, lasciando trarre al lettore le proprie conclusioni, magari come spunto per future ricerche.

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Tafterjournal n. 14 - giugno 2009

Impresa sociale e cultura

di Flaviano Zandonai e Dalia Macii

L’impresa sociale rappresenta un’importante innovazione nel settore no profit. In Italia la sua affermazione è fin qui legata a una specifica forma giuridica (la cooperativa sociale) e a un ben definito settore (i servizi di welfare). L’approvazione di una recente normativa che amplia le attività e i modelli giuridici apre però nuovi scenari, anche in ambito culturale. A partire dai principali apprendimenti che derivano da una rilettura storico-evolutiva della cooperazione sociale e dall’analisi delle dinamiche più recenti che caratterizzano le forme organizzative della cultura è possibile delineare il potenziale di sviluppo di questa inedita tipologia d’impresa, riconoscendola non solo come un fenomeno “di nicchia”, ma come una nuova forma istituzionale.

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Tafterjournal n. 14 - giugno 2009

Socialmente coinvolti

di Giulia Agusto

L’impresa sociale è una delle recenti forme che l’impresa ha assunto negli ultimi anni. Analogamente a quanto succede nel caso dell’impresa culturale, essa sembra, ad un primo sguardo, assumere più che altro le sembianze di un ossimoro difficilmente comprensibile e spiegabile. Quanto succede di interessante nella pratica, codificata solo di recente, è la creazione di una sorta di modello messo in atto dalle tipiche forme di imprese sociale basato su un’azione imprenditoriale nella quale prevalgono trasferimenti monetari di tipo redistributivo, i quali riescono a mantenere l’efficacia e la sostenibilità dell’impresa stessa.

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