Articoli taggati con ‘politiche pubbliche’

Tafterjournal n. 84 - SETTEMBRE OTTOBRE 2015

Bone’s Territories: Territorial Heritage and Local Autonomy in Italian Inner Areas

di Rossano Pazzagli

“Areas in the bone” is not just a quote: it is the metaphor of the load bearing structure of Italy as well as the plastic representation of the marginalization process of the inner areas of the country that started from XX. In 1958, Manlio Rossi-Doria, coined the expression “flesh and bone” in order to underline the profound socio-economical feet apart among the numerous inner areas and the few valleys. His analysis coming from his specialization in agricultural economics was focused on the southern agricultural sector, in a historical phase in which were visible the firsts effects of the Riforma Agraria (Agrarian Reform) and of the investments of the Cassa del Mezzogiorno (Fund for the South) started since 1950. The interpretative framework developed by Rossi Doria can be extended to the entire peninsula, where the differences between urban and rural areas, inner territories or the coasts, mountains and valley grew more and more. Inner areas have experienced a deviation whose principal effects are the depopulation, the emigration, the social and economic rarefaction, the abandon of the soil and the landscape modification.

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Tafterjournal n. 83 - LUGLIO AGOSTO 2015

Nudging, Gamification and Paternalism

di Manfred J. Holler

Paternalism assumes an authority that tries to influence the behavior of people under its guidance in order to improve the wellbeing of the latter. This can be implemented by more or less strict regulations limiting the set of alternatives to choose from and thus reducing the freedom of choice. Alternatively, “libertarian paternalism” does not constrain the freedom of choice but takes advantage of the imperfections in decision-making abilities to push people to make choices that are good for themselves. This kind of pushing people is called “nudging” and a means of pushing people this way is called a “nudge.” Those who get nudged are sometimes called “nudgees,” and “nudgers” are those who “nudge.” When it comes to paternalism then the nudger is an authority, the State, the parents, etc. While, in principle, paternalism proper is coercive, nudging leaves the nudgee’s set of alternatives unchanged. Thus, nudging is a means to achieve the authority’s ends without, in principle, restricting the freedom of choice of decision makers, but make the decision makers decide what the authority is in fact aiming for. Paternalism based on nudging is also referred to as “soft paternalism.” Whitman and Rizzo (2007) elaborate on the warning of a “slippery slope” that leads from soft paternalism to “hard paternalism,” a non-libertarian paternalism implying regulations, legal constraints, and a reduction of freedom of choice, and thus represents a threat to their libertarian worldview. They write “soft paternalism – even if initially modest and non-intrusive – has the potential to pave the way for harder paternalism, including some policies of which the new paternalists themselves would disapprove. We conclude that policymaking based on new paternalist reasoning ought to be considered with much greater trepidation than its advocates suggest” (Whitman and Rizzo 2007: 413).

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Il turismo culturale europeo. Prospettive verso il 2020

di Francesca Quadrelli

La cultura può fungere da volano per le destinazioni turistiche e contribuire allo sviluppo sostenibile della comunità locale. Ne sono segni evidenti il ruolo centrale che essa va assumendo nella vita comunitaria quale fattore capace di innalzare la qualità della vita individuale e collettiva, e il crescente interesse per l’arte contemporanea, portatrice di un linguaggio capace di interpretare e anticipare i bisogni di una realtà complessa quale quella attuale.

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Tafterjournal n. 71 - maggio 2014

The notion of accountability and its usage in the cultural sector

di Marco Bernabè e Stefano Monti

All human, personal, economic and political relations are based on the notion of trust. Nevertheless, which are the subjects actually reliable or, in other words, truly accountable? It is necessary to make such a concept measurable, particularly in the economic sector because of the investment or acquisition choices related to that field of activity. The introduction of an evaluation process results to be even more difficult in the Italian cultural realm, where unselected public funds and culture budget cuts increase the uncertainty of the present.

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Tafterjournal n. 65 - novembre 2013

Cultura e sostenibilità, questa è la sfida

di Emilio Cabasino

L’anno 2013 sta volgendo al termine e sull’ambito culturale nel nostro malandato paese si registrano segnali contraddittori e una discreta confusione, mentre altrove si lavora su ampi e assai impegnativi orizzonti e scenari. Gli articoli proposti in questo numero, e di cui si dirà più avanti, suscitano infatti un’istintiva riflessione sugli strumenti di analisi di cui (non) si dota il nostro legislatore e, di contro, evocano allo spirito l’encomiabile impegno di ricerca e metodologico che un organismo internazionale come l’Unesco sta portando avanti in questo periodo sul tema della relazione tra cultura e sviluppo sostenibile. La scadenza sulla quale l’Unesco sta lavorando, infatti, è quella della revisione/aggiornamento degli “obiettivi di sviluppo del millennio”, che avrà luogo nel corso del 2015 e in cui si sta cercando di inserirne uno in cui venga esplicitamente dichiarato il ruolo della cultura come elemento essenziale di sviluppo sostenibile. Si collocano in questo ambito l’incontro animato dal Direttore Generale dell’Unesco, Irina Bokov, i lavori della Conferenza di Hangzhou e l’ampio e molto interessante spazio che sul sito web dell’Unesco viene dato a studi, ricerche e organizzazioni che stanno elaborando metodologie di analisi e ricerche empiriche per la valutazione dell’impatto delle filiere culturali nelle dinamiche di sviluppo.

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Open data in the cultural field

di Anaïtis Mangeon

The Bibliotheque Nationale de France and its association to the private sector to digitize the data to be released.

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Creare capacità. Liberarsi dalla dittatura del Pil

di Vittoria Azzarita

Il Prodotto interno lordo (Pil) continua a dominare il mondo dello sviluppo e della politica perché offre l’illusione di fornire una misura esatta della qualità della vita di una nazione. Sovvertendo tale impianto teorico, Martha C. Nussbaum invita a riflettere sulle distorsioni e sui limiti imposti dal Pil e introduce un paradigma alternativo basato sulle capacità e sulle opportunità disponibili per ciascun individuo.

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Tafterjournal n. 48 - giugno 2012

A practitioner’s viewpoint in integrated Place Branding: four principles and some thoughts

di Ares Kalandides

This article tries to bridge the gap between place branding theory and practice. It takes the viewpoint of the practitioner and juxtaposes recent literature with work experience. It focuses on four basic principles underpinning a consultant’s work in place branding: 1) Consultant and client should take time to agree on their understanding of place branding and on what they can expect from it; 2) the motivation behind place branding needs to be as transparent as possible; 3) consultant and client need to find a compromise between the need for fast visible results and a robust analysis that pays tribute to the complex and political nature of place; and 4) a place branding strategy needs the involvement of a broad range of stakeholders and the formation of strong partnerships.

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Il management del simbolico come fattore di sviluppo. Le politiche per la cultura nella Provincia Autonoma di Trento

di Fabiana Lanfranconi

Il seminario “Management dell’arte e della cultura. Nuove vie per valorizzare l’autonomia del simbolico come fattore di sviluppo” organizzato da tsm – Trentino School of Management in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Provincia autonoma di Trento, svoltosi nell’estate 2011, ha costituito la premessa e l’occasione d’incontro tra le professionalità chiamate a redigere i saggi contenuti all’interno del volume “Il Management del simbolico come fattore di sviluppo. Le politiche per la cultura nella Provincia Autonoma di Trento”, curato da Claudio Martinelli, Responsabile del Servizio Attività Culturali della Provincia autonoma di Trento.

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Città nella rete globale. Competitività e disuguaglianze in sei città europee

di Federica Gandolfi

Città nella rete globale. Competitività e disuguaglianze in sei città europee costituisce il Terzo Rapporto su Milano Sociale realizzato dal Laboratorio di Politica Sociale del Politecnico di Milano per conto della Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Milano. Il volume, curato da Costanzo Ranci, professore di Sociologia economica, rappresenta una complessa ed articolata raccolta di materiali relativi all’evoluzione delle grandi città globali europee del nostro secolo.

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Il territorio dei beni culturali

di Federica Gandolfi

“La privatizzazione del patrimonio storico artistico italiano e l’introduzione di forme private di gestione nel settore dei beni e delle attività culturali” sono i temi centrali del saggio di Davide Ponzini. Il testo, strutturato in tre parti, cerca di inquadrare la materia mettendo in risalto i metodi e gli strumenti utilizzati in ambito nazionale, gli esempi più significativi realizzati negli ultimi anni ed infine un’analisi ragionata dei processi più efficaci di privatizzazione finalizzati alla trasformazione territoriale e allo sviluppo economico.

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Tafterjournal n. 30 - dicembre 2010

Quell’azzurro che tutti aspettiamo: le Fondazioni culturali del “quasi non profit”

di Alessandro Hinna

Nel terzo settore italiano si registra un particolare miscuglio di pubblico e privato, che caratterizza molti Enti che intervengono in ambiti tipici del non profit, testimonianza, questa, della storia di un settore che si presenta strettamente correlato al processo di riforma dello Stato sociale e di trasformazione della Pubblica Amministrazione. In molti, negli ultimi tempi, hanno evidenziato come il generale slittamento istituzionale delle attività di policy verso Regioni ed Enti locali – sommato alle varie forme di coinvolgimento della comunità e, quindi, alla nuova organizzazione degli attori – rappresenti una risposta adattiva della Pubblica Amministrazione (centrale e locale), di fronte alla restrizione delle risorse economiche disponibili e all’esigenza di meglio articolare la produzione e l’offerta di beni pubblici.

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Tafterjournal n. 30 - dicembre 2010

Possiamo ancora permetterci di non ascoltare?

di Stefano Monti

Abbiamo scelto di chiudere l’anno pubblicando due articoli che delineano, dal nostro punto di vista, un passaggio cardine per la comprensione delle modalità attraverso cui gli attuali strumenti operativi possono essere messi a disposizione del Terzo Settore, del non profit e del sociale. Ci teniamo a distinguere tali ambiti con grande attenzione, perché molti, anche tra gli operatori del comparto, tendono ad accomunarli e renderli sinonimi, quando in realtà non lo sono. Il percorso di lettura che vorremmo tracciare è quello dello sviluppo del Terzo Settore come mezzo per promuovere nella comunità locale, la “cultura del dare, come valore sociale esteso”. Lettura che noi riteniamo fondamentale e non più procrastinabile a causa dell’accentuarsi delle dinamiche di differenziazione della società, dinamiche che rendono necessario ripensare lo sviluppo dello Stato Sociale promuovendo la partecipazione e l’assunzione di responsabilità di una parte consistente della comunità.

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Siti archeologici e management pubblico in Sicilia. L’esperienza del Parco della Valle dei Templi

di Federica Dian

La legge regionale sui parchi archeologici in Sicilia (L.r. 20/2000), ha introdotto un modello innovativo di gestione, il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento. Se da un lato l’autore sottolinea la valida intuizione di creare un “sistema dei parchi archeologici”, dall’altro il processo di managerializzazione risulta incompleto, manifestando i limiti del modello in termini di accountability e responsabilizzazione gestionale.

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Città pubbliche. Linee guida per la riqualificazione urbana

di Federica Dian

La “città pubblica” contemporanea rappresenta un laboratorio di progettualità aperto a molteplici approcci e scenari. Tali elementi si ritrovano nello studio proposto nel presente volume, esito del programma di ricerca di interesse nazionale avviato nel 2006 dal titolo “La città pubblica come laboratorio di progettualità. La produzione di linee guida per la riqualificazione sostenibile delle periferie urbane”. Emerge un ritratto della città pubblica come risorsa e patrimonio di spazi, storie e valori, nella valenza di “bene comune” da valorizzare nei progetti di riqualificazione sociale e spaziale…

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Tafterjournal n. 17 - ottobre 2009

Dalla ricostruzione friulana alle vicende abruzzesi: altro che zona franca urbana, per l’Aquila ci vogliono C.A.S.E

di Marco Eramo

Questo articolo vuole introdurre rispetto alle vicende abruzzesi post terremoto due elementi: uno legato alla rilettura di alcuni lavori di Giovanni Pietro Nimis sulla ricostruzione in Friuli e in particolare sugli esiti che l’adozione del principio “dov’era com’era” e la scelta di riconoscere un’ampia delega ai Comuni hanno determinato sul piano dell’organizzazione fisica e dello sviluppo socio-economico dell’area colpita; il secondo, più direttamente legato alla scelta della realizzazione dei cosiddetti Complessi Antisismici Sostenibili e Ecocompatibili (C.A.S.E.), con il quale si richiamano alcuni degli sviluppi più recenti della riflessione sulle aree deboli e marginali che individuano nella qualità dell’offerta residenziale e dei servizi alla persona un asset strategico per il benessere e lo sviluppo di questi territori.

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Tafterjournal n. 16 - settembre 2009

Il distretto del cinema e dell’audiovisivo di Montreal

di Elisa Cecilli e Diane Gabrielle Tremblay

La politica condotta dalla città di Montreal a partire dagli anni ’90 si colloca alla perfezione in una strategia di sviluppo locale network-based. L’attuale sindaco, Gerald Tremblay, iniziò già nel 1991, quando ricopriva la carica di Ministro dell’Industria, del Commercio, della Scienza e della Tecnologia del Québec, ad introdurre l’approccio dei distretti industriali, descritti da lui stesso come un modello « in grado di accelerare il formarsi delle condizioni ideali allo sviluppo di nuove idee e procedure che potranno più facilmente passare dalla fase embrionale a quella della commercializzazione, al servizio di tutta la società».

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