Articoli taggati con ‘patrimonio culturale’

Tafterjournal n. 84 - SETTEMBRE OTTOBRE 2015

Bone’s Territories: Territorial Heritage and Local Autonomy in Italian Inner Areas

di Rossano Pazzagli

“Areas in the bone” is not just a quote: it is the metaphor of the load bearing structure of Italy as well as the plastic representation of the marginalization process of the inner areas of the country that started from XX. In 1958, Manlio Rossi-Doria, coined the expression “flesh and bone” in order to underline the profound socio-economical feet apart among the numerous inner areas and the few valleys. His analysis coming from his specialization in agricultural economics was focused on the southern agricultural sector, in a historical phase in which were visible the firsts effects of the Riforma Agraria (Agrarian Reform) and of the investments of the Cassa del Mezzogiorno (Fund for the South) started since 1950. The interpretative framework developed by Rossi Doria can be extended to the entire peninsula, where the differences between urban and rural areas, inner territories or the coasts, mountains and valley grew more and more. Inner areas have experienced a deviation whose principal effects are the depopulation, the emigration, the social and economic rarefaction, the abandon of the soil and the landscape modification.

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Tafterjournal n. 84 - SETTEMBRE OTTOBRE 2015

Made in Italy museums. Some reflections on company heritage networking and communication

di Valentina Martino

Corporate museums arise today as a powerful identity medium for companies and brands representing Made in Italy worldwide. At the beginning of the new millennium, such cultural centers, preserving and communicating the Italian economic history, are extending their presence in most of the country and market sectors. They define a very fragmentary universe (indeed, a still largely underground “dorsal” of Made in Italy culture), but also an investment which could support the cultivation of innovative quality relationships among companies, territory, and society. From this scenario, the paper aims to offer a synthetic overview of the phenomenon concerning company museums and its contemporary evolution within the Italian context, where it appears to be unique for both dimensions and its qualitative features if compared with the international scenario. Indeed, this means also to reflect about the special affinity which seems to exist between museum format and the essence of Made in Italy culture, rising nowadays internationally as a strategic communication discourse.

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Tafterjournal n. 83 - LUGLIO AGOSTO 2015

Where is Berlin? Too many (virtual) walls shape the town and its communities

di Chiara Donelli

Whenever approaching a city for the first time there are different ways, patterns, walls, and stories to unearth its hidden string. I moved to Berlin in Ma, 2014 and suddenly, even before my arrival, I was already playing the most popular sport of the city: speaking about Berlin. This sport has been played with abandon by both recent newcomers to the city and long time Berliners. Such a crowded curiosity makes almost impossible to craft a suitable answer to the main question: where is Berlin? If we want to interpret and understand the city as the backbone for fertile arts field we need to start from the development and diversification of its cultural spaces.

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Tafterjournal n. 52 - ottobre 2012

Monitoraggio e controllo della gestione dei siti UNESCO. Il piano di gestione come opportunità mancata?

di Francesco Badia

Questo articolo presenta un quadro dell’attuale situazione nazionale dei sistemi di gestione dei siti UNESCO dichiarati “patrimonio mondiale dell’umanità”. L’Italia, il paese più rappresentato nella lista, si trova al momento ad affrontare una difficile crisi economica, che coinvolge anche i sistemi di gestione del proprio patrimonio culturale. Si ritiene che sia necessario far fronte alle difficoltà attuali con lo sviluppo di maggiore cultura manageriale e l’utilizzo più consapevole degli strumenti propri delle discipline economico-aziendali. Questi elementi vanno riscoperti in particolare per la realizzazione e l’attuazione di strumenti volti al monitoraggio e al controllo dei risultati ottenuti; fra questi strumenti emerge in particolare il piano di gestione dei siti UNESCO, che nella sua prima fase di applicazione non sembra aver ancora sviluppato tutto il suo possibile potenziale.

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Tafterjournal n. 52 - ottobre 2012

Quale olio per la cultura?

di Stefano Monti

A causa della crisi economica che serra non solo l’Italia ma anche molti dei paesi europei e non, e che ha portato e porterà a ridurre drasticamente le risorse destinate al sistema culturale è necessario, oggi più che mai, acuire l’ingegno e cercare di far fruttare al meglio ciò che si ha a disposizione. Per questo motivo è di fondamentale importanza adottare e saper utilizzare strumenti e strategie efficienti ed efficaci per favorire un profondo sviluppo economico, sociale e culturale dei territori e patrimoni italiani. Un elemento che, se non impedisce, sicuramente ostacola questo obiettivo è il ruolo spesso troppo superficiale degli economisti, tenuti lontano da una italianissima diffidenza dei conservatori e dirigenti della cultura nei confronti degli strumenti e delle metodologie proprie dei processi economico-aziendali.

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Tafterjournal n. 41 - novembre 2011

Il contributo della cultura per la crescita dell’occupazione

di Riccardo Dalla Torre

In questo articolo si vuole mettere in luce il possibile contributo dell’occupazione culturale alle strategie di crescita del nostro paese. Attraverso le statistiche culturali dell’Eurostat vengono messi a confronto i paesi europei, al fine di evidenziare l’anomalia della situazione italiana: un patrimonio culturale vasto, un’alta propensione allo studio a livello universitario delle materie culturali, ma un basso livello di occupazione culturale. Le stime condotte a partire da questi dati mostrano come il mancato incontro tra domanda ed offerta di lavoro nel settore culturale costi all’Italia molti posti di lavoro.

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Luoghi e oggetti della memoria. Valorizzare il Patrimonio culturale. Studio di casi in Italia e Giordania

di Fabiana Lanfranconi

Partendo dalla constatazione che la molteplicità di aspetti che riguardano la valorizzazione del Patrimonio culturale, materiale e immateriale, è sovente trascurata, l’antropologa Lucilla Rami Ceci ha raccolto una serie di saggi per presentare il tema in chiave multidisciplinare. Attraverso il racconto di alcuni casi concreti da parte di professionisti coinvolti nel settore, quali architetti, antropologi, ricercatori, il volume mostra il ruolo fondamentale giocato dalla memoria in tale ambito.

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Tafterjournal n. 37 - luglio 2011

Patrimonio Mondiale UNESCO: la tensione tra valore universale e interessi nazionali

di Enrico Bertacchini

La Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO rappresenta oggi il più efficace strumento internazionale di conservazione e tutela di un bene pubblico globale che include alcuni tra i più importanti tesori culturali e naturali esistenti al mondo. Tuttavia, dopo quasi 40 anni di attività, e più di 900 siti protetti, è necessario domandarsi se e come il sistema UNESCO sia stato in grado di definire e preservare questo patrimonio. Il presente contributo sintetizza alcune recenti ricerche economiche che mettono in luce come esista una tensione tra l’aspirazione al valore universale ed eccezionale della Lista del Patrimonio Mondiale, e i fattori e interessi nazionali che ne influenzano la sua composizione e la rappresentatività delle culture mondiali.

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Tafterjournal n. 37 - luglio 2011

Convention, atomi e bit

di Renzo Carlucci

La recente riunione annuale della World Heritage Convention ha portato venticinque nuove nomination per i Siti Mondiali Unesco, ma anche molte polemiche, come quella della Tailandia che ha minacciato di denunciare la Convention poiché un suo sito, il Temple of Preah Vihear, non ha ancora ricevuto l’ambito riconoscimento. Avere un sito iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale non comporta vantaggi economici ma è comunque un fatto di prestigio che molte istituzioni vogliono conquistare, cimentandosi per raggiungere l’ammissione che richiede il rispetto di una serie di complesse norme. L’Unesco ha anche una lista del Patrimonio a Rischio nella quale, l’essere inseriti, è considerato un discredito per l’istituzione o il Paese responsabile.

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Tafterjournal n. 35 - maggio 2011

I beni culturali immateriali. Ipotesi e prospettive di gestione

di Fabio De Chirico

È curioso come nel Codice Urbani non ci sia alcun riferimento ai beni “immateriali”, se non in termini generici. Ne discende un’assenza sul piano normativo, colmata unicamente dalla Dichiarazione Unesco del 2003. Eppure il ruolo dei beni etnoantropologici nella cultura di un popolo è notevolissimo e pone, oggi più che mai, il grande problema della loro tutela e conservazione. Bisogna, e al più presto, elaborare delle strategie interpretative dei cambiamenti e riformulare, in una società come la nostra che è quella del multiculturalismo e di sempre più rapidi processi di ibridazione culturale, una sorta di medium dove collocare una lettura scientificamente corretta del patrimonio culturale immateriale che non significa patrimonio legato genericamente e superficialmente al passato, ma patrimonio vivo in ognuno di noi e radice profonda che alimenta il nostro presente.

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Tafterjournal n. 33 - marzo 2011

Gestire l’informazione per gestire il patrimonio: il caso della Regione Lombardia

di Marta Severo

Il sistema italiano dei beni culturali sta attraversando una fase di profondo rinnovamento. Il concetto di bene culturale, come entità singola di particolare interesse, è stato superato dall’idea di patrimonio diffuso come territorio punteggiato di numerosi beni collegati tra loro. In questo scenario, in cui le amministrazioni incaricate della tutela non dispongono di strumenti adeguati, le tecnologie Web dimostrano caratteristiche interessanti e promettono di agevolare le attività di questi attori e di facilitarne le relazioni. Il nostro studio intende analizzare i limiti e le potenzialità dell’uso di Internet per la gestione del patrimonio diffuso attraverso l’analisi delle pratiche di knowledge management della Regione Lombardia.

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Tafterjournal n. 33 - marzo 2011

L’arte, il luogo e la sua assenza

di Giovanna Segre

Ai primi di gennaio ha chiuso a Stoccolma, al Moderna Museet, la Moderna Exhibition 2010, una mostra che ogni 4 anni fa il punto su cosa sia l’arte contemporanea svedese. Chi, come me, abbia visitato la mostra ha potuto seguire il pensiero dei curatori Fredrik Liew e Gertrud Sandqvist nel dare una risposta alle domande sul tipo di vita che oggi contrassegna il Paese, su come questa vita si rifletta nell’arte e su quale ruolo vi svolga l’artista contemporaneo. Le domande sono di per sé interessanti, e le opere dei 54 artisti selezionati sulla scena svedese erano lì a fornire la propria personale risposta. Ma molto più interessante è stato per me, che svedese non sono e che in Svezia ero casualmente e per la prima volta per un invito a intervenire a una conferenza sulla gestione sostenibile dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, leggere la sintesi posta all’ingresso della mostra,che nulla conteneva di specifico sulla Svezia. Aveva invece a che fare con lo straordinario modo in cui la produzione artistica contemporanea si intreccia con la vita di un luogo, un modo al tempo stesso inafferrabile e precisissimo. L’arte contemporanea di un luogo è, infatti, sia quella prodotta dagli artisti che in quel luogo vivono, ma che sono nati o cresciuti in qualunque altra parte del mondo, così come è arte contemporanea di quel luogo l’opera degli artisti che lì sono nati e che poi sono diventati cittadini del mondo. Oppure è opportuno fare una scelta tra una delle due visioni?

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Modelli di gestione per le aziende dei beni culturali. L’esperienza delle Soprintendenze “speciali”

di Federica Dian

Il volume di Landriani, professore associato di Economia Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, prende in esame un istituto che in Italia riveste un ruolo primario nel settore culturale, la Soprintendenza, qualificata in diverse decine di tipologie, sia per attività ed oggetto di tutela, che per competenza territoriale (Soprintendenze centrali, regionali e speciali). Proprio queste ultime costituiscono l’oggetto specifico della ricerca, istituite con D. Lgs. 11/91 che indica come tratto distintivo l’autonomia scientifica, organizzativa, gestionale e finanziaria.

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Il territorio dei beni culturali

di Federica Gandolfi

“La privatizzazione del patrimonio storico artistico italiano e l’introduzione di forme private di gestione nel settore dei beni e delle attività culturali” sono i temi centrali del saggio di Davide Ponzini. Il testo, strutturato in tre parti, cerca di inquadrare la materia mettendo in risalto i metodi e gli strumenti utilizzati in ambito nazionale, gli esempi più significativi realizzati negli ultimi anni ed infine un’analisi ragionata dei processi più efficaci di privatizzazione finalizzati alla trasformazione territoriale e allo sviluppo economico.

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Tafterjournal n. 29 - novembre 2010

Il gioco (analogico e digitale) della cultura

di Michele Trimarchi

E’ tempo di leggerezza, finalmente. Un po’ di anni fa l’aveva presagito Italo Calvino, che proprio con la leggerezza intendeva aprire i suoi memos for the next millennium, le Norton Lectures impedite da una morte dispettosa. Ma nessuno ci aveva fatto davvero caso, almeno da noi, abituati a sopravvivere in un paese bizantino nelle forme, greve nei meccanismi, torvo nelle relazioni, privo di senso autocritico. (Questo lo pensava Flaiano, quando amaramente diceva: la situazione è grave ma non è seria). Che c’entra la cultura con la leggerezza? con il gioco? con la novità? Ancora qualche giorno fa un importante quotidiano italiano manifestava una feroce nostalgia per il passato, unica possibile culla della cultura. Senza radici, non c’è identità. A furia di pensarlo, e di proteggerci dietro questo dogma indimostrato ma comodo e rassicurante, abbiamo reso il paese come un gigantesco frigorifero senza cucina, un luogo nel quale si conserva tutto ma non ci si riesce a nutrire.

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Tafterjournal n. 28 - ottobre 2010

Patrimonio, tecnologie sociali e sfide della cultura della partecipazione

di Elisa Giaccardi

Gli utenti di tecnologie sociali come Twitter, Facebook e Flickr sono in costante aumento. Nuove forme di intendere e comunicare il significato e il valore delle nostre esperienze e delle nostre memorie si accompagnano alle interazioni quotidiane di milioni di persone. É la nascita di un nuovo senso di patrimonio: “non ufficiale”, idealmente “democratico” e fortemente legato alle culture di partecipazione promosse dalle tecnologie sociali.

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