Articoli taggati con ‘paesaggio’

Tafterjournal n. 84 - SETTEMBRE OTTOBRE 2015

Bone’s Territories: Territorial Heritage and Local Autonomy in Italian Inner Areas

di Rossano Pazzagli

“Areas in the bone” is not just a quote: it is the metaphor of the load bearing structure of Italy as well as the plastic representation of the marginalization process of the inner areas of the country that started from XX. In 1958, Manlio Rossi-Doria, coined the expression “flesh and bone” in order to underline the profound socio-economical feet apart among the numerous inner areas and the few valleys. His analysis coming from his specialization in agricultural economics was focused on the southern agricultural sector, in a historical phase in which were visible the firsts effects of the Riforma Agraria (Agrarian Reform) and of the investments of the Cassa del Mezzogiorno (Fund for the South) started since 1950. The interpretative framework developed by Rossi Doria can be extended to the entire peninsula, where the differences between urban and rural areas, inner territories or the coasts, mountains and valley grew more and more. Inner areas have experienced a deviation whose principal effects are the depopulation, the emigration, the social and economic rarefaction, the abandon of the soil and the landscape modification.

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Tafterjournal n. 50 - agosto 2012 - numero speciale

Le catastrofi naturali non esistono

di Mario Tozzi

Da sempre la domanda è la stessa: perché si torna a vivere dove il terremoto scuote la terra, dove il vulcano erutta o lo tsunami si gonfia? La risposta non è così semplice e va data inquadrandola nella sua prospettiva storica.

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Tafterjournal n. 50 - agosto 2012 - numero speciale

Territori fragili. La cura come pratica di progetto

di Claudia Mattogno

Il nostro è un territorio fragile perché lavoriamo sempre, e male, in un’ottica di emergenza, realizzando sistemi di difesa al posto di interventi strutturali.

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Tafterjournal n. 50 - agosto 2012 - numero speciale

Projects for the regeneration of places and communities: the Japanese experience

di Hiroshi Ouchi

The disaster in the Great East Japan in 2011 has brought the country several problems in its reconstruction, such as defining how to structure provisional housing, how to recover the regional economy, and how and where to settle the new villages and towns. If recovery takes longer, however, Japan could face a more complex situation as it might not only suffer economically, but also lose opportunities for younger generations. As the country attempts to redevelop communities and the local economy, a wide variety of novel ideas proposed by architects and urban planners are now being examined.

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Tafterjournal n. 50 - agosto 2012 - numero speciale

The role of communities in post-disaster reconstruction. A call for owner-driven approaches

di Jennifer Duyne Barenstein

In this paper I argue that community participation in reconstruction remains little more than a slogan as long as decision-making power and control over resources remains with the reconstruction agency. Only if and when people have control over the building process and over the required resources, the process may be considered as truly participatory and empowering.

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Tafterjournal n. 50 - agosto 2012 - numero speciale

A tale of three cities and three earthquake disasters

di David Alexander

The purpose of this article is to present the results of a brief analysis of the short and medium-term aftermaths of three earthquakes that have occurred in different parts of the world: at L’Aquila, central Italy, on April 6 2009; at Padang, Indonesia, on September 30 2009; and at Christchurch, New Zealand, on September 4 2009 and February 22 2011 (these will be considered as two events, but as one disaster).

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Tafterjournal n. 50 - agosto 2012 - numero speciale

Le Cinque Terre: piano integrato di ricostruzione economica e sociale

di Daniele Moggia e Francesco Marchese

I drammatici eventi alluvionali che hanno così duramente colpito i borghi di Vernazza e Monterosso al Mare nelle Cinque Terre, impongono l’attuazione di un piano di rinascita che sia capace da un lato, di rispondere ai bisogni contingenti della Comunità locale e, dall’altro, di cogliere l’unicità del momento per attivare un modello d’innovazione e di sviluppo sostenibile e partecipato.

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Tafterjournal n. 50 - agosto 2012 - numero speciale

Restaurare e ricostruire: problematiche del dopo-sisma aquilano

di Donatella Fiorani e Adalgisa Donatelli

La mancanza di un indirizzo omogeneo caratterizza metodo, dinamiche e responsabilità dell’attività post-sismica in Italia, quasi che non esistano problematiche ricorrenti, di carattere sociale, economico-finanziario, gestionale, tecnico-operativo.

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Tafterjournal n. 50 - agosto 2012 - numero speciale

L’eccezionale rinascita delle città del Val di Noto dopo il terremoto del 1693. Un caso unico a livello europeo

di Lucia Trigilia

In seguito al terremoto del 1693, uno dei più devastanti che la Sicilia abbia conosciuto nel corso dei secoli, il Val di Noto è oggetto di un fenomeno di ricostruzione senza precedenti.

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Tafterjournal n. 50 - agosto 2012 - numero speciale

Il costruito italiano: tipologie, problematiche, interventi pre e post sisma

di Monica Pasca

La sicurezza sismica degli edifici non può prescindere dalla conoscenza dei luoghi in cui questi sono inseriti e dalla storia e tradizioni che hanno determinato tecniche costruttive, modalità di realizzazioni, modificazioni spazio-temporali. Il costruito italiano, soprattutto nei piccoli centri, ha peculiarità fondanti non solo della identità architettonico-culturale ma anche di quella costruttiva. Il presente paper vuole evidenziare alcuni aspetti fondamentali delle problematiche legate alla prevenzione e alla ri-costruzione che possono essere di guida per affrontare la progettazione con perizia tecnica e rispetto.

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Tafterjournal n. 50 - agosto 2012 - numero speciale

Emergenza e prevenzione

di Pietro Antonio Valentino

Le emergenze in Italia sono numerose e possono dipendere dalla neve o dalla pioggia, dalle frane o dai terremoti. “Emergenza” ha anche il significato di “circostanza imprevista” ma gli eventi di natura emergenziale in Italia non sono mai imprevisti.

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Tafterjournal n. 50 - agosto 2012 - numero speciale

KIZUNA, uniting people

di Manuela Ricci

Il Centro di ricerca Fo.Cu.S , Sapienza, Università di Roma ha organizzato il convegno “Ri-costruzioni” con l’obiettivo di evidenziare come gran parte del patrimonio storico italiano (in particolare quello dei piccoli centri storici) sia aggredito, ormai da anni, da eventi calamitosi che portano alla sua distruzione fisica e al connesso spaesamento delle comunità. Questo numero speciale di Tafter Journal raccoglie i paper presentati in occasione del convegno, che ha inteso affrontare l’argomento ad ampio spettro, sia dal punto di vista dei diversi tipi di disastri che provocano distruzioni e trasformazioni del territorio, quasi sempre irreversibili, sia dal punto di vista delle comunità coinvolte. La partecipazione di studiosi ed esperti di livello internazionale è finalizzata a guardare da angolazioni diverse, connesse alla specificità dei paesi, lo stesso problema: il disastro territoriale, la perdita della casa, lo spaesamento nei territori distrutti e la difficoltà di ricostruzione fisica e sociale, la scala territorialmente appropriata della ricostruzione.

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In cammino nel paesaggio: questioni di geografia e urbanistica

di Caterina Branzanti

Nel volume dal titolo In cammino nel paesaggio: questioni di geografia e urbanistica, Arturo Lanzani tratta i temi del paesaggio e del suo rapporto con l’urbanistica contemporanea. Ne delinea i tratti distintivi e propone una chiave interpretativa funzionale a uno sviluppo fuori dalle logiche di urbanizzazione diffusa e indiscriminata, concependo il paesaggio come spazio aperto dove la lentezza non è sinonimo di arretratezza e sottosviluppo ma di un diverso modus vivendi.

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Mente e paesaggio. Una teoria della vivibilità

di Vittoria Azzarita

Il nostro pianeta non è mai stato così vicino al collasso come in questo momento, complice la presenza dell’uomo che in nome di una presunta superiorità rispetto alle altre specie, ha smesso di sentirsi parte del proprio ecosistema per disporre del paesaggio e delle risorse naturali e ambientali a proprio piacimento. Ugo Morelli nel volume “Mente e paesaggio” analizza il rapporto che intercorre tra uomo e ambiente, mettendo in luce come la vivibilità sia diventata prima di tutto un problema cognitivo.

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Patrimonio culturale e paesaggio. Un approccio di filiera per la progettualità territoriale

di Federica Dian

Il volume curato da Maria Mautone e Maria Ronza analizza, secondo una prospettiva scientifica, le logiche di filiera che caratterizzano il paesaggio culturale, nell’ottica di integrare le molteplici professionalità ed identificare i segni caratterizzanti, materiali e immateriali, espressione del patrimonio identitario del territorio, al fine di superare la settorialità delle analisi e degli interventi.

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Tafterjournal n. 27 - settembre 2010

Il litorale romano tra riqualificazione urbana e memoria storica

di Sandra Leonardi e Marco Maggioli

Lo sviluppo urbano, formale ed informale, non ha risparmiato la costa della provincia di Roma, dove gli elevati ritmi di crescita della popolazione e dell’edificazione hanno innescato meccanismi di progressivo quanto rapido consumo di suolo. Uno dei risultati di questa ‘crescita’, non sempre direttamente percepibile, sembra riguardare lo smarrimento del senso stesso di appartenenza ai luoghi, la perdita cioè dei caratteri vocazionali e delle memorie insite nei territori. I dieci comuni costieri della provincia di Roma, con le diverse frazioni marittime, assumono, quasi sempre, la classica configurazione degli insediamenti lineari lungo la strada litoranea che li attraversa con un rettifilo da nord a sud, con costruzioni di diversa tipologia e funzionalità, realizzati spesso senza regola, sfruttando al massimo tutto lo spazio disponibile. Sono stati alterati e modificati elementi appartenenti a contesti storici e paesaggistici di pregio. Pertanto il presente contributo, frutto di un’attività di ricerca più ampia condotta nei comuni costieri del Lazio, propone una chiave di lettura che cerca di analizzare le relazioni e le conflittualità innescate dai processi di riqualificazione urbana.

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Tafterjournal n. 21 - marzo 2010

Musei e territorio: la gestione del rischio nei confronti del patrimonio culturale

di Federica Gandolfi

Si assiste sempre più di frequente, in Italia come all’estero, al susseguirsi di calamità naturali. Ne consegue un crescente interesse al fine di limitare le conseguenze che queste rischiano di avere sul patrimonio culturale. E’ necessario in prima istanza definire la tipologia di disastro, che può essere scatenato da cause naturali come nel caso di terremoti, siccità, eruzioni vulcaniche, così come da cause umane, incidenti e fatti bellici. E’ interessante notare come il verificarsi di una situazione di emergenza ci permetta di misurare la capacità di reazione di un paese. La tempestività e l’efficacia dell’azione diventano fondamentali. Per questo motivo risulta evidente che l’attività di soccorso debba essere mirata e affiancata da altre attività complementari, quali la formazione e l’aggiornamento costante degli operatori.

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Tafterjournal n. 21 - marzo 2010

La vera emergenza è la fine della cultura della prevenzione

di Massimo Zucconi

A che punto stiamo, davvero, con la protezione e l’utilizzo sociale del patrimonio culturale e dei parchi italiani? Questa la domanda sostanziale che sottintende i contributi di Marco Eramo e di Federica Gandolfi pubblicati in questo numero di Tafter Journal. Una domanda assolutamente pertinente in un paese abituato a declamare buoni propositi, a partire dalla Carta Costituzionale, e a negarli clamorosamente. Terremoti, frane, inondazioni, disastri ambientali, ci ricordano ciclicamente il “costo” umano ed economico delle nostre distrazioni e l’abbandono della cultura della “prevenzione” e della “manutenzione” a partire dal patrimonio pubblico e dal territorio.

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Tafterjournal n. 19 - dicembre 2009/gennaio 2010

Design e sistema territorio. L’esperienza didattica del progetto “Arredo & Territorio”

di Marco Bozzola

Arredo & Territorio è una ricerca/progetto per lo sviluppo di attrezzature di arredo urbano e montano lungo i percorsi delle valli olimpiche di Torino 2006. I progetti sono stati realizzati da studenti di architettura e design di tre scuole universitarie europee e costruiti da artigiani torinesi. Obiettivo è stata la valorizzazione del territorio in termini di aumento della fruizione, valorizzazione della cultura artigianale locale, godimento delle risorse ambientali. Tale esperienza, ha dato vita a prodotti reali installati, e tutt’ora presenti, in 28 comuni della provincia torinese.

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Tafterjournal n. 15 - luglio-agosto 2009

La sfida della rinascita post-terremoto dei centri storici abruzzesi

di Manuela Ricci e Roberta Lazzarotti

E’ accaduto quel che doveva. La protesta montante dei cittadini aquilani, e degli abitanti degli altri centri danneggiati dal sisma di aprile, restituisce, come ci si attendeva, il clima di una situazione radicalmente diversa da quella dei numerosi traumi nostrani precedenti, sia in termini di consapevolezza che di aspettative della comunità colpita.

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Tafterjournal n. 9 - novembre 2008

Costruire scenari per un territorio fragile. L’esperienza dell’osservatorio sul delta del Po

di Davide Fornari

Stiamo vivendo un processo di estetizzazione – delle merci, dei servizi, delle esperienze – che mistifica il significato della progettazione, a tutte le scale. In che modo il progetto può contribuire a costruire gli scenari quotidiani e futuri di un territorio? In che modo i designer possono mettersi al servizio della società per rispecchiarla e svelare le criticità nascoste nelle azioni progettuali del presente? L’osservatorio sul delta del Po ha promosso una scuola estiva per individuare le possibilità per il futuro di un territorio fragile…

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Tafterjournal n. 2 - gennaio 2008

Ascesa e declino del paesaggio toscano
Rise and Decline of Tuscany Landscape

di Rossano Pazzagli

Abstract
Is there really a Tuscan landscape? Maybe, it is better to say the Tuscan landscapes, since the variety of situations makes difficult the reduction to a unified framework, although the landscape of the region is commonly identified with the settlement spread and the mixed-culture of an urbanized countryside, built on the basis of a close and special relationship between the town and country, actualized through the sharecropping. This long local agricultural organization has produced the scattered settlement of farmsteads, a widespread network of rural roads connected to the main roads, the presence of woody and herbaceous crop on the same land, with vineyards and olive trees interspersed in arable land, a continuous and coherent territorial maintenance.

Rossano Pazzagli interprets landscape as a common good, indicating the ways this interpretation should guide the actions affecting regional landscape. The article proposes this approach by analysing recent regulations that introduce social participation in the construction of a shared vision of the Tuscany landscape.

Abstract
Esiste davvero un paesaggio toscano? Magari sarebbe meglio dire i paesaggi toscani, poiché la varietà di situazioni rende difficile la riduzione ad un quadro unitario, sebbene il paesaggio della regione si identifichi comunemente con quello dell’insediamento sparso e della cultura promiscua, di una campagna urbanizzata, costruita sulla base di uno stretto e particolare rapporto tra città e campagna, concretizzatosi nella mezzadria. Questa duratura organizzazione agricola del territorio ha prodotto l’insediamento sparso delle case coloniche, una rete diffusa di viabilità rurale collegata alle strade principali, la compresenza di colture legnose ed erbacee sugli stessi terreni, con la vite e l’olivo intercalati ai seminativi, una continua e coerente manutenzione territoriale.

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Tafterjournal n. 2 - gennaio 2008

Dopo il paesaggio italiano

After the Italian landscape

di Gabriele Pierluisi

The Baroque returns to us also for the fact that is the first Italian style consciously designed for an international and globalized dimension. With the Baroque, the Italian art topics become sensational and spectacular in order to overcome the local borders and to spread throughout the world. This communicative idea succeeds in reconciling the sixteenth-century dualism between spaces as a scene, resulting for cultural perspective, and space as an object, related to the culture of the antique. The definition of the contemporary landscape, Baricco would say “barbarian” landscape, passes through the consciousness of the self-representation and the identification of figurative themes that connect and amplify the multiple realities of our country. Instrument of this revolution from below, of this turn the glove, is the creative industry.

In this article, the author reflects on the contemporary characteristics of the Baroque in Italian Landscape and Built-Environment by contextualizing the birth of the Style within a political, cultural and social reconstruction.

Il barocco ritorna a noi anche per il fatto che è il primo stile italiano a essere consciamente pensato per una dimensione internazionale e globalizzata. I temi dell’arte italiana con il barocco divengono sensazionali e spettacolari per superare i confini localistici e diffondersi in tutto il mondo. Questa idea comunicativa riesce a conciliare il dualismo cinquecentesco tra spazio come scena, derivante dalla cultura prospettica, e spazio come oggetto, legato alla cultura dell’antico. La definizione del paesaggio contemporaneo, del paesaggio “barbaro” direbbe Baricco, passa per la coscienza del rappresentarsi, e l’individuazione di temi figurativi che connettano e amplifichino le molteplici realtà del nostro paese. Strumento di questa rivoluzione dal basso, di questo rivoltare il guanto, è l’impresa creativa.

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Tafterjournal n. 1 - ottobre 2007

L’Italia che se ne va
Italy is going in ruins

di Massimo Zucconi

While numerous debates and conferences on the cultural identity are underway, in the last decade three billions of cubic metres of new buildings have devoured the landscape and the historical evidences in every corner of the country. The reasons of the conservation and of the safeguard of our heritage are still weaker than the development’s need, intended as the production of cube-meters of asphalts. The article analyses the contradictions between the public declarations and the factual interventions on the territory about the natural and cultural heritage.

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