Articoli taggati con ‘occupazione culturale’

Tafterjournal n. 54 - dicembre 2012

La forza lavoro creativa in Europa: un’esplorazione di tendenze territoriali e relazioni con la crescita

di Antonio Paolo Russo e Alan Quaglieri Domínguez

Sull’onda della popolarità dei lavori di Richard Florida (2002, 2005), Sharon Zukin (1995) e Anne Markusen (2006), si è andato sviluppando un discorso che ha fatto breccia a livello politico, per cui il settore creativo è considerato un asset fondamentale per il rilancio della competitività territoriale e un motore dell’inovazione tanto economica quanto sociale in senso lato. Tuttavia, se i numeri testimoniano l’importanza quantitativa del settore, pochi sono invece gli studi volti a comprendere le condizioni che ne consentono la crescita o una reale comprensione dei meccanismi di trasmissione che collegano le dinamiche del settore creativo con l’andamento delle economie regionali nel loro complesso. Il presente articolo vuole essere un contributo al necessario dibattito sulle dinamiche regionali del lavoro creativo e la relazione di questo con lo sviluppo economico.

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Tafterjournal n. 54 - dicembre 2012

Evoluzione o patologia della specie?

di Emilio Cabasino

Può l’etimologia della parola “cretino” aiutarci a proporre qualche riflessione su quanto pubblicato in questo numero della Rivista, in cui si affronta il tema delle professioni “creative” in Europa e dell’insediamento di immigrati nell’area della Capitale italiana? Partendo da una fonte primaria ormai desueta, quale il vocabolario Devoto-Oli, impariamo che il significato è quello di: “stupido, imbecille” – Che è indice di stupidità (momentanea o abituale). La stessa fonte definisce il cretinismo come una deficienza di sviluppo mentale e fisico per insufficienza della funzione tiroidea. La tiroide, infine, è una ghiandola endocrina, la cui funzione consiste nella produzione di sostanze iodate, che hanno efficacia stimolatrice su tutto l’organismo, influenzando l’accrescimento, il metabolismo, l’attività neuromuscolare, l’apparato circolatorio. Il parallelo che si vuole in questo modo evocare è quello di un corpo (in questo caso politico e sociale) come quello europeo nel suo complesso e, in particolare quello italiano, che deve porre la massima attenzione al funzionamento della propria “ghiandola endocrina”, il cui elemento chimico essenziale (iodio) può essere rappresentato dalla creatività e dall’apporto delle popolazioni migranti.

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Tafterjournal n. 41 - novembre 2011

Il contributo della cultura per la crescita dell’occupazione

di Riccardo Dalla Torre

In questo articolo si vuole mettere in luce il possibile contributo dell’occupazione culturale alle strategie di crescita del nostro paese. Attraverso le statistiche culturali dell’Eurostat vengono messi a confronto i paesi europei, al fine di evidenziare l’anomalia della situazione italiana: un patrimonio culturale vasto, un’alta propensione allo studio a livello universitario delle materie culturali, ma un basso livello di occupazione culturale. Le stime condotte a partire da questi dati mostrano come il mancato incontro tra domanda ed offerta di lavoro nel settore culturale costi all’Italia molti posti di lavoro.

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Tafterjournal n. 41 - novembre 2011

La rivoluzione copernicana che aspettiamo da tempo

di Emilio Cabasino

Mi fa piacere constatare che esistono giovani ricercatori che lavorano quotidianamente senza avere paura degli errori o dei limiti in cui necessariamente può incorrere chi si applica a tale attività e che questa costatazione mi ha generato una speranza. La speranza che, come è accaduto del tutto inaspettatamente nel Nord Africa quest’anno, anche da noi possa prima o poi avvenire una nuova rivoluzione copernicana, una “primavera della cultura”, in cui venga invertita la prospettiva dominante e la cultura venga finalmente riconosciuta come carburante e motore essenziale della nostra economia del futuro. Su questo fronte c’è ancora tutto fare. Basta analizzare il Piano Nazionale di Riforma (PNR), documento programmatico che è parte integrante del Documento di Economia e Finanza (DEF) nazionale, redatto secondo i format richiesti dall’Unione Europea, per rendersi conto di come l’ambito della cultura sia del tutto assente dall’orizzonte dei nostri governanti, secondo la prospettiva appena evocata. Io credo, invece, che, se si vogliono effettivamente raggiungere gli obiettivi indicati in tali documenti, sia necessario un rinnovamento sostanziale, condiviso da parte dei cittadini, che è in primo luogo una consapevolezza di ordine culturale delle sfide imposte dall’economia mondiale e nazionale.

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