Articoli taggati con ‘consumi culturali’

Tafterjournal n. 85 - NOVEMBRE DICEMBRE 2015

Culture and life

di Stefano Monti

Is not possible to start a discussion about culture without mentioning what in these days is scaring Europe: the IS terrorist attack in the heart of Paris is nothing but a menace to all of us. But there is also another reflection that we, as researchers and practitioners of culture, must underline in this act, and is that the choice of the sites point the attention on the very heart of our lifestyle: culture. Since its beginnings IS has attacked with peculiar attention cultural sites: firstly site under the protection of the UNESCO, and then irreverent voices of European Culture (Charlie Hebdo). Now the attack has been addressed versus a theatre, a stadium and versus people who was spending their time in cafès. This should make us consider once more the importance of culture in our lives. The nature of the attack followed the evolution of what has been for centuries intended with the word Culture: first the heritage, then the literature and freedom of expression and ultimately (this is our hope) the music and the sports. I’m not a conflict expert, but to every observer should be clear that IS is fighting its war mainly on two dimensions: the fear and the symbol. Destroying cultural heritage sites has been for century one of the main abused symbols of war, but stadiums, theatres and boulevards are something new. In my opinion it is not only a security level topic, there is something more. There is the importance of our immaterial infrastructure, the knowledge on which we base our lifestyle. Everyone would be pleased to do anything in order to avoid any other attacks.

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Tafterjournal n. 85 - NOVEMBRE DICEMBRE 2015

“Open by vocation”: The Museum Salinas 2.0 and the sicilian anomaly in a social key

di Elisa Bonacini

The archaeolgical museum Antonio Salinas in Palermo, closed for repairs, from a year up to the present has revamped his image thanks to social media and the adhesion to some campaigns as #invasionidigitali – #digitalinvasion, TN – and #museumweek, finding a way to renew the museum’s reputation. Through the analysis of the Museum’s communication strategies, this paper seeks to identify some solutions with the aim to inspire other institutions to adopt cultural web marketing strategies. The Museum Salinas: a 2.0 anomaly in the Sicilian panorama Introductory considerations are essential to understand the meaning of the revolution that we are going to introduce here. The Archaeological Museum Antonio Salinas in Palermo, one of the most important archaeological museum for vastness and prestige of the collection (with masterpieces of the Punic – Phoenician era, Classical Greek era, Etruscan, from ancient Rome and from Sicilian history from prehistory to the Middle Ages [10]) is, for all intents and purposes, a case of study of social museum and the intent of who writes is to present it as a virtuous example of cultural communication strategies.

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Tafterjournal n. 83 - LUGLIO AGOSTO 2015

The future art of storytelling: Future Fabulating in Madeira Island

di Valentina Nisi

Introduction   The practice of predicting the future has a long history, ranging from personal consultation in the patterns of coffee grounds to global computational projections derived from vast sums of data. The longing for a vision of the future offering some certitude seems to cross cultural boundaries. Engineer Alan Kay stated that […]

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Tafterjournal n. 53 - novembre 2012

La cultura dei bambini

di Martha Friel

Tra i pilastri dell’economia della cultura vi sono le teorie dell’addiction e dell’exposure: la cultura, come una droga, crea dipendenza, assuefazione e, più se ne consuma, più se ne consumerebbe. Non solo, man mano che cresce la quantità consumata, il gusto si affina e il fruitore, sempre più esperto, diventa anche produttore del proprio piacere culturale, una specie di prosumer antesignano di quello fabrisiano. Se tutto questo è vero, come sembrerebbe a livello empirico e come in ogni caso viene insegnato all’inizio di ogni corso universitario di economia dell’arte o della cultura, viene da chiedersi come mai ci si sia concentrati così poco sui consumi culturali dei bambini. Non, genericamente, dei giovani, non dei ragazzi, ma degli esseri umani da 0 a 6 anni, quelli in età prescolare.

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Tafterjournal n. 53 - novembre 2012

Diversità e senso critico

di Mercedes Giovinazzo

La diversità, anche culturale, è intrinseca all’essere umano. Non è da confondersi però con il bisogno di appartenenza, che può diventare identità e che si declina in modi diversi – nazionale, tribale, religiosa, sportiva, ecc. -, e che, a sua volta, non deve neanche confondersi con la nazionalità o la cittadinanza, cioè quell’appartenere a una entità territoriale, lo Stato moderno per esempio, che conferisce a una persona la qualità di cittadino, con diritti e doveri. La diversità è sempre esistita; com’è sempre esistito, in eterna dicotomia con essa, il bisogno di appartenenza. L’esempio forse più “moderno” nel nostro mondo occidentale di risoluzione di tale dicotomia è il mondo romano: non vi è, forse, esempio di maggiore tolleranza per la diversità in tutte le sue forme pur nel riconoscimento di un’appartenenza ad un’entità collettiva. Il bisogno che oggi si sente, prepotente, di teorizzare sulla diversità anche culturale e sulla necessità che le politiche pubbliche la riconoscano o la integrino, potrebbe quindi quasi sembrare alle volte un teorico esercizio di stile.

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L’essenziale è invisibile agli occhi. I pubblici e il loro lavoro nell’economia della cultura

di Marta Vimercati

Marialuisa Stazio, docente di Sociologia della Comunicazione e Sociologia dei processi culturali all’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale, esplora in questo libro una zona della comunicazione essenziale e allo stesso tempo invisibile, cioè gli investimenti di tempo, di affetto e di attenzione che il fruitore-pubblico dedica alla realizzazione di un legame con la produzione culturale industriale.

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Tafterjournal n. 44 - febbraio 2012

Culture di paesi terzi: le biblioteche di Timbuctù e la luce del Sahara. Un caso studio

di Silvia Greca Rita Floris

Africa. Il contente della tradizione orale ha nascosto nelle sabbie del Sahara un tesoro inestimabile. I manoscritti in lingua araba di Timbuctù sono testimoni di una cultura scritta che ha animato questa zona del Sahel in epoca medioevale. I proprietari dei fondi lanciano la sfida: conservare e valorizzare il patrimonio documentale e rilanciare economicamente la città. Può la cultura funzionare come dispositivo di sviluppo economico in un paese del terzo mondo?

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Tafterjournal n. 41 - novembre 2011

The evolution of cultural consumption and successful strategies for sustainable cultural management

di Silvia Ghirelli

The evolution of cultural consumption can generate important opportunities. A deeper understanding of the phenomenon can help public administrators, institutions and private organisations to create sustainable strategies for development. The paper describes the change occurring in the features of the cultural demand, trying to identify and to illustrate the implications of a new approach based upon the connection between cultural heritage management and creativity.

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Tafterjournal n. 41 - novembre 2011

La rivoluzione copernicana che aspettiamo da tempo

di Emilio Cabasino

Mi fa piacere constatare che esistono giovani ricercatori che lavorano quotidianamente senza avere paura degli errori o dei limiti in cui necessariamente può incorrere chi si applica a tale attività e che questa costatazione mi ha generato una speranza. La speranza che, come è accaduto del tutto inaspettatamente nel Nord Africa quest’anno, anche da noi possa prima o poi avvenire una nuova rivoluzione copernicana, una “primavera della cultura”, in cui venga invertita la prospettiva dominante e la cultura venga finalmente riconosciuta come carburante e motore essenziale della nostra economia del futuro. Su questo fronte c’è ancora tutto fare. Basta analizzare il Piano Nazionale di Riforma (PNR), documento programmatico che è parte integrante del Documento di Economia e Finanza (DEF) nazionale, redatto secondo i format richiesti dall’Unione Europea, per rendersi conto di come l’ambito della cultura sia del tutto assente dall’orizzonte dei nostri governanti, secondo la prospettiva appena evocata. Io credo, invece, che, se si vogliono effettivamente raggiungere gli obiettivi indicati in tali documenti, sia necessario un rinnovamento sostanziale, condiviso da parte dei cittadini, che è in primo luogo una consapevolezza di ordine culturale delle sfide imposte dall’economia mondiale e nazionale.

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Tafterjournal n. 29 - novembre 2010

L’economia videoludica italiana: Indie alla riscossa

di Paola Borrione

Giocano quasi tutti i giovani. E ora iniziano anche a giocare gli adulti, grazie all’innovazione di contenuti e di piattaforma dell’offerta. I videogiochi sono una quota importante del consumo culturale italiano, che fa una concorrenza serrata al cinema, il consumo culturale più diffuso. La scena produttiva, tuttavia, mostra dati meno confortanti: le produzioni di maggior successo sono straniere e gli italiani che vogliono emergere vanno all’estero. Piuttosto vivace, invece, la scena Indie cui sono offerte nuove possibilità grazie ai nuovi sistemi di distribuzione digitale.

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Free Online Music Sharing: irreversible and beneficial

di Arina Cretu

Nowadays, more than ever, music is ubiquitous and it became an integrant part of people’s everyday life and this is mainly the merit of free online music sharing, that can be defined as the distribution of digitally stored music or the provision of access to it, via Internet, either in an authorised or unauthorised by the copyright holder manner. Thus, the present state of affairs can not be without significant benefits for all entities in the music industry, old and new, if they accept change and do not fail to adapt and innovate.

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Tafterjournal n. 24 - giugno 2010

Gli studi sugli utenti per la qualità dei servizi web culturali europei: il Manuale Minerva e la valutazione del prototipo di Europeana

di Pierluigi Feliciati

I progetti di creazione e gestione di piattaforme digitali di ambìto culturale solo raramente affrontano la questione cruciale delle effettive esigenze e dei comportamenti degli utenti finali. Il manuale MINERVA per l’interazione con gli utenti ha inteso presentare lo stato dell’arte del web culturale nella attuale fase di passaggio da un web delle istituzioni al web degli utenti, fornendo inoltre un quadro sistematizzato delle metodologie per la valutazione degli utenti digitali. Una recente esperienza di analisi di un campione importante di utenti a livello europeo, di cui in questo contributo si da sintetico conto, è stato lo studio sul prototipo del portale Europeana, condotto in Scozia, Italia, Bulgaria e Paesi Bassi.

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Tafterjournal n. 24 - giugno 2010

Le potenzialità dei nuovi pubblici e delle tecnologie in campo culturale

di Giulia Agusto

I più attenti osservatori del settore culturale ci invitano da tempo a non sottovalutare le tendenze della società contemporanea destinate a produrre effetti evidenti e non facilmente prevedibili sia sulla produzione che sulla fruizione culturale. Mantenendo l’attenzione focalizzata sulle dinamiche relative alla fruizione, è indubbio che le nuove modalità di interazione offerte dalle tecnologie, la democratizzazione della conoscenza e l’avvento di nuove fasce di pubblico, sono trend che già permeano ed influenzano il panorama attuale.

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Economia e management delle aziende di produzione culturaleEconomia e management delle aziende di produzione culturale

di Giulia Agusto

“Economia e management delle aziende di produzione culturale” si sofferma su tutti gli strumenti utilizzati per la gestione delle organizzazioni di cultura. Pur mutuando la cassetta degli attrezzi cui si fa riferimento per le imprese manifatturiere, esso propone i doverosi adattamenti al mondo della produzione di servizi culturali, sulla base della consapevolezza che esso è caratterizzato da un’estrema immaterialità del prodotto.

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Tafterjournal n. 20 - febbraio 2010

Ruoli e funzioni degli eventi culturali in Italia

di Chiara Camerada e Daniele Pittèri

L’evento è un elemento valorizzatore del territorio, in grado di determinare, con il proprio attuarsi, modificazioni più o meno sostanziali e di natura profondamente differente sui territori in cui si realizza. Partendo dall’individuazione degli elementi costututivi degli eventi, è possibile giungere alla formulazione di un’ipotesi di classificazione degli stessi che, basata sulla centralità di target, format e funzioni, individua: una tipologizzazione degli eventi; i format; le funzioni e le sottofunzioni che assolvono; le tipologie dei target; e le correlazioni che esistono fra format, target e funzioni. L’evento è un elemento valorizzatore del territorio, in grado di determinare, con il proprio attuarsi, modificazioni più o meno sostanziali e di natura profondamente differente (culturali, politico-istituzionali, urbanistiche, economiche, infrastrutturali, di immagine) sui territori in cui si realizza.

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Nuove organizzazioni culturali. Atlante di navigazione strategica

di Giulia Agusto

Le organizzazioni culturali guardano spesso con sospetto a ricette precostituite e manuali d’azione. Il presente volume, un vero distillato della pluriennale esperienza acquisita sul campo dagli autori, è invece un illuminante vademecum per affrontare il periglioso navigare quotidiano di chi opera in un settore così complesso e multiforme. Le organizzazioni culturali sono il […]

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Tafterjournal n. 2 - gennaio 2008

Il contesto museale e i suoi pubblici: una definizione integrata
The museum context and its audiences: an integrated definition

di Luca Guerrieri

Abstract

The increase in the interest towards museums and cultural heritage is now more than a widespread feeling: even if the cultural consumption rates in our country have huge margins of development, it is very significant that in the last years ISTAT registers a substantial increase of those who have gone at least once to visit exhibitions and museums. Today, we face a competitive environment, changed profoundly and characterized by the reduction of public funds and by the enlargement of the entertainment offering.
The article analyses the development made in visitors’ studies and offers a focus on future development of this kind of research. In first paragraph, the author contextualize these studies within a framework; paragraph 2 illustrates the available toolboxes that museum practitioners and researchers could use to implement further analyses while paragraph 3 illustrates the main results of visitors’ studies researches. In paragraph 4, the article will introduce a management perspective and will define the evaluation politics that could help in managing museums. Finally, the article concludes with the enunciation of one of the most important future challenges for the future of the museum sector: non-visitors and first access to the museums.

Abstract
La crescita dell’interesse verso i musei e i beni culturali è oramai ben più che una sensazione diffusa: anche se i tassi di consumo culturale nel nostro Paese presentano ampi margini di crescita, è assai significativo che negli ultimi anni l’ISTAT registri un sostanziale incremento di coloro che si sono recati almeno una volta a visitare mostre e musei. Siamo oggi di fronte ad un contesto competitivo profondamente mutato, caratterizzato dalla diminuzione di fondi pubblici e dall’allargamento dell’offerta di intrattenimento.

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Tafterjournal n. 2 - gennaio 2008

I festival tra impatto sul territorio e luogo di espressione per l’immaginario collettivo
Festivals between territorial impact and place of expression for the collective imagination

di Giulia Agusto

The practice of experiencing aesthetic contents far from specific places, usually in open or unusual spaces, which are not directly designed for art, like squares or streets. This is the main characteristic of festivals. Celebrations, events full of social relations, which attract an increase nomadic audience that is ready to face even longer journeys just to feel part of an event that opens the door to imaginations.
The article explores the Festival as a specific cultural medium analysing both the economic impacts that Festivals produce on territories and their cultural-related outcomes. In the first paragraph, the author proposes an overview on the Festival Medium and its relationship with the territory while, in paragraph 2, a major attention is paid to the audiences of the festivals. Successively, the article review European Best Practices (paragraph 3) and the risks that an abuse of the festival-form could produce (paragraph 4). In paragraph 5, the author reflects upon the Festival as a cultural space.

L’esperienza estetica lontana dai luoghi deputati, in spazi generalmente aperti oppure insoliti, non direttamente pensati per l’arte; la cultura nelle piazze, nelle strade, questa la caratteristica principale dei festival. Feste, eventi intrisi di socialità, che attirano un pubblico sempre più nomade e disposto ad affrontare anche lunghi tragitti pur di sentirsi parte di un evento che spalanca le porte all’immaginazione.

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